venerdì 11 dicembre 2015

Uno stupido angelo. Storia commovente di un Natale di terrore, Chrostopher Moore

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un'avvertenza (dell'autore):
 "Se state comprando questo libro come regalo per la vostra nonna o per un ragazzino, sappiate che contiene parolacce, gustose descrizioni di cannibalismo e quarantenni che fanno sesso. Poi non date la colpa a me. Io vi ho avvisato."

Christopher Moore è Nato a Toledo nel 1957, attualmente vive tra le Hawaii e San Francisco. Prima di pubblicare il suo primo romanzo ha lavorato come cameriere, fotografo, DJ, portiere di notte, commesso di drogheria e riparatore di tetti, tutte occupazioni che svolgono i personaggi di alcuni dei suoi romanzi.
Il protagonista tipo degli scritti di Moore è il maschio beta, un individuo comune che si trova improvvisamente coinvolto in circostanze straordinarie, al limite del paranormale. Il suo stile narrativo coniuga l'umanesimo di John Steinbeck, uno degli autori preferiti di Moore, con l'ironia tipica di Kurt Vonnegut e Douglas Adams.

Ha al suo attivo diversi romanzi, alcuni dei quali diventati veri e propri bestseller: Demoni. Istruzioni per l'uso e Sacré Bleu.

Ma che succede se Babbo Natale viene ucciso con un colpo di pala e per sistemare le cose interviene Raziel, il più stupido degli angeli che abbiamo già conosciuto nel Vangelo secondo Biff? Ecco che la storia commovente di Natale è servita. La storia sarà pure commovente, ma trasformerà il Natale di Pine Cove in qualcosa di assurdo.
La storia si svolge a Pine Cove... Mettiamola così: Pine Cove è una cittadina fittizia della California che è per l'autore quello che Castle Rock è per Stephen King o Cabot Cove per Jessica Fletcher. Infatti, nel corso degli anni - e dei libri - questo piccolo borgo di ex pescatori ormai votati al turismo è stata teatro dello scontro millenario tra un demone e un genio (in Demoni istruzioni per l'uso) ed è stato attaccata da una creatura degli abissi (in Sesso e lucertole a Melancholy Cove), ma non temete: i libri possono anche essere letti separatamente perché le vicende non sono strettamente collegate.
Il Natale s'insinuò sornione a Pine Cove come solo il Natale sa fare: trascinandosi dietro una ghirlanda, un fiocco, delle campanelle da slitta, il denso zabaione, il tanfo di pino e la minaccia dell'incombente festività, come una gelida piaga sotto il vischio [...] Pine Cove, assonnato villaggio costiero della California, una cittadina giocattolo, in verità, con più gallerie d'arte che distributori di benzina, più enoteche che ferramenta, se ne stava lì, invitante come una reginetta del ballo ubriaca, mentre il Natale incombeva, a soli cinque giorni di distanza. Sì, era alla porte, e con il Natale quest'anno sarebbe arrivato il Bambino. Entrambi immensi, irresistibili e miracolosi. Pine Cove, però, aspettava soltanto uno dei due.
E' Natale a Pine Cove e mancano pochi giorni alla vigilia e all'ormai tradizionale "festa degli scompagnati", ossia i poveri cittadini che non hanno nessuno con cui passare le feste.  A organizzare il grande evento sono tre donne: Mavis, l'ultra centenaria proprietaria della Testa di lumaca, il sordido bar di Pine Cove, che è quasi una figura mitologica a metà tra Terminator e la Donna bionica ninfomane, Molly, ex attrice di B-movie di fantascienza diventata famosa grazie al sexy personaggio di Kendra, l'amazzone guerriera della landa sconosciuta e ottimo caso psichiatrico, e Lena, volontaria per la raccolta fondi dell'Esercito della salvezza.
A cinque giorni dal Natale però la sonnacchiosa tranquillità di Pine Cove, e del suo unico tutore dell'ordine Theophilus "Theo" Crowe, marito della pazza Molly con alle spalle (e forse anche nel futuro) uno stretto rapporto con la marijuana, viene turbato dalla scomparsa di Dale Pearson, ex marito di Lena, e della contemporanea comparsa di un uomo biondo misterioso che cerca un bambino, uno a caso...
Causa scatenante dell'ennesima crisi è un incidente che riguarda Lena, Dale vestito da Babbo Natale, un pino rubato, una vanga rossa e il piccolo Joshua Barker, anni 8.
Tornando a casa una sera tardi, Josh assiste all'omicidio di Babbo Natale. Sconvolto, si rende conto che questo significa niente più regali, per sempre, e quindi inizia a pregare che Babbo Natale possa tornare dal regno dei morti.
Le suppliche del bimbo vengono intercettata da Raziel, l'angelo più stupido del Paradiso, inviato sulla terra per la missione del Natale: Raziel (già apparso nel Vangelo secondo Biff) deve trovare un bambino ed esaudire il suo desiderio.
Così Raziel fa irruzione a casa di Josh e si fa spiegare per filo e per segno cosa è successo. L'unico problema è che il bambino non sa indicare bene dove è sepolto il corpo e si limita a tracciare un'area che comprende anche la cappella dove si svolgerà la festa degli scompagnati e il cimitero locale.
Il resto è un delirio di massa che comprende un pilota di elicotteri dell'antidroga e il suo pipistrello della frutta, la psichiatra locale, il suo fidanzato, un biologo del comportamento, e tutti i residenti del cimitero di Pine Cove.
 

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Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo