184 anni dalla nascita di L. M. Alcott


ALCOTT
Louisa May Alcott, famosa scrittrice americana, nacque il 29 novembre del 1832, 184 anni fa oggi: nella sua vita fu molte cose, un’attivista femminista e antischiavista, ma è famosa soprattutto per aver scritto il romanzo Piccole Donne, pubblicato per la prima volta nel 1868.

Louisa May Alcott nacque a Germantown, una città della Pennsylvania che oggi fa parte dell’area urbana di Philadelphia; era la seconda di quattro sorelle. Suo padre, Amos Bronson Alcott, era un insegnante e convinto trascendentalista, mentre la madre Abby May era un’attivista e assistente sociale. Nel 1834 la famiglia si spostò a Boston, dove il signor Alcott fondò una scuola sperimentale e proseguì i suoi studi sul trascendentale kantiano come unica realtà. Louisa May Alcott, come le sue sorelle, fu molto influenzata dal movimento filosofico cui aderiva il padre e che si rifletteva anche nei metodi educativi utilizzati in famiglia. La situazione famigliare non era però molto pacifica, soprattutto perché il padre non riusciva a ricavare denaro a sufficienza per mantenere stabilmente moglie e figlie.
Dopo alcuni insuccessi con la scuola, nel 1840 Amos Bronson Alcott trasferì la famiglia in un cottage a Sudbury River, sempre nel Massachusetts, dove i rapporti migliorarono negli anni seguenti. Gli Alcott aderirono poi a una comune agricola, la “Utopian Fruitlands”, ma il progetto naufragò dopo poco tempo e li portò a trasferirsi nuovamente, stabilendosi infine a Concord nel 1845. Il principale insegnante di Louisa May Alcott fu il padre, ma da ragazzina ricevette comunque lezioni da altri letterati e intellettuali amici di famiglia. Le condizioni economiche degli Alcott erano piuttosto precarie, quindi Louisa May iniziò a lavorare molto giovane, come insegnante, domestica e governante in alcune famiglie della zona, trovando comunque il tempo per esercitarsi e sperimentare con la scrittura. Anche le sue sorelle iniziarono a lavorare presto, fornendo qualche risorsa economica in più per mantenere la famiglia.
Ogni giorno aveva qualche complicazione e Louisa May Alcott viveva con l’ansia di offrire aiuto a sufficienza alla famiglia. Il suo primo libro, Le favole dei fiori, racconta storie di fate e folletti, con insegnamenti sulla natura e la necessità di rispettarla. Alla fine degli anni Quaranta dell’Ottocento, Alcott si interessò ai diritti delle donne, soprattutto legati all’estensione del diritto di voto, diventando la prima donna a iscriversi negli elenchi per l’elezione di un consiglio d’istituto scolastico a Concord. Negli anni Cinquanta la famiglia ebbe di nuovo gravi problemi finanziari, Alcott stessa non riusciva a trovare un lavoro, ebbe un periodo di depressione e meditò persino il suicidio. La morte della sorella più giovane, Elizabeth, e il matrimonio di quella più anziana, Anna, furono un punto di svolta per Louisa May Alcott e i suoi rapporti familiari.
Alcott era diventata una convinta sostenitrice dell’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti e una femminista, iniziando a scrivere articoli e brevi saggi per la rivista Atlantic Monthly. Lavorò come infermiera durante la Guerra Civile, ma per meno di due mesi tra il 1862 e il 1863, perché poi si ammalò gravemente di tifo, malattia che la costrinse a una lunga convalescenza. Pochi anni dopo, Louisa May Alcott iniziò la produzione di alcuni romanzi usando lo pseudonimo A. M. Barnard, per lo più con storie d’amore a effetto, con diversi colpi di scena. Nel 1868 scrisse il primo libro di Piccole donne, un racconto semi-autobiografico della sua infanzia vissuta con le altre tre sorelle a Concord. La seconda parte, Piccole donne crescono (Good wives) fu pubblicata nel 1869 e racconta la storia delle quattro sorelle nella loro età adulta e dopo il matrimonio. Alcott scrisse in seguito altri due romanzi sulla storia delle quattro sorelle, terminando la saga nel 1886.
Jo March, la protagonista di Piccole donne, è chiaramente ispirata alla vita e al modo di pensare di Louisa May Alcott, con la sola differenza che nella realtà Alcott non si sarebbe mai sposata, a differenza della sua eroina. In una intervista, Alcott avrebbe in seguito raccontato di essere rimasta nubile perché nella vita “mi sono sempre innamorata di molte ragazze carine, ma mai una volta di un uomo”. Per le altre tre protagoniste della saga, Alcott si ispirò alle proprie sorelle, ma in modo più sfumato e talvolta mettendo insieme le caratteristiche di più di una in un personaggio. I racconti sulle March ebbero un buon successo sia di critica sia commerciale, diventando in seguito tra i romanzi di formazione più conosciuti dell’Ottocento.
Louisa May Alcott doveva intanto fare i conti con una malattia autoimmune cronica, forse lupus, che la lasciava spesso in precarie condizioni di salute (un’altra ipotesi è che soffrisse di un avvelenamento da mercurio, causato dai trattamenti subiti per curare il tifo). Morì a 55 anni in seguito a un ictus il 6 marzo del 1888 a Boston, due giorni dopo la morte del padre. È sepolta presso lo Sleepy Hollow Cemetery di Concord, poco distante dalle tombe di altri grandi autori americani come Nathaniel Hawthorne, Henry David Thoureau e Ralph Waldo Emerson.

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Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo