giovedì 18 luglio 2019

E' morto Camilleri




Forse non è un caso che malgrado dovesse la propria notorietà al personaggio del commissario Montalbano, l’ultima figura nella quale si è immedesimato sia stata quella di Tiresia, l’indovino che nell’Odissea indica a Ulisse la via del ritorno e che malgrado la cecità ha una «visione» molto chiara della realtà che lo circonda. Perché tra i tanti possibili modi di ricordare Andrea Camilleri – scomparso ieri mattina a 93 anni all’ospedale Santo Spirito di Roma dove era stato ricoverato dal 17 giugno in seguito ad un arresto cardiaco -, accanto all’uomo di cultura raffinato, allo scrittore prolifico e sornione, c’è sicuramente anche l’intellettuale civile che in punta di piedi, quasi suo malgrado e facendo violenza alla riservatezza di una vita, ha sentito negli ultimi anni la necessità di far sentire la propria voce di fronte al crescente imbarbarimento della società italiana.
SE L’AFFINITÀ con Tiresia, a partire dalla cecità che lo aveva colpito di recente, lo hanno portato ad impersonare l’indovino sul palcoscenico del Teatro Greco di Siracusa, la lucidità del suo «sguardo» non ha mancato di accompagnare i passaggi più difficili della recente storia nazionale. L’inventore dell’inedita forma narrativa che ruota intorno alle indagini del commissario di polizia dell’immaginaria cittadina siciliana di Vigata, anch’egli, come il suo creatore, eroe suo malgrado, si era fatto sentire negli anni del berlusconismo rampante, contro le violenze al G8 di Genova del 2001 come nei confronti dell’onda xenofoba incarnata da Salvini e dalla Lega.
Nettissimi alcuni suoi commenti recenti, come quello espresso riguardo il crescente consenso al Carroccio: «Non voglio fare paragoni ma intorno alle posizioni estremiste di Salvini avverto lo stesso consenso che nel 1937 sentivo intorno a Mussolini».
ANCHE PER QUESTO, nella lista pressoché infinita degli omaggi pubblici resi alla figura di Camilleri, dopo che le agenzie avevano battuto nella prima mattinata la notizia della sua morte, e a riprova della caratura civile oltreché intellettuale del personaggio, ha stupito e destato qualche inquietudine proprio quello espresso da Matteo Salvini.
«Addio ad Andrea Camilleri, papà di Montalbano e narratore instancabile della sua Sicilia», ha twittato il vicepremier e ministro degli Interni, aggiungendo, «so che politicamente me ne ha dette dietro di tutti i colori, ma l’Italia ha perso qualcosa». Parole che sui social, dove la figura dello scrittore era stato spesso oggetto di attacchi brutali e volgari, anche dopo il suo ricovero in ospedale, proprio per i suoi interventi contro il razzismo e le discriminazioni crescenti nel nostro paese, sono stati accolti dall’accusa di «speculazione politica» e «sciacallaggio». «Ora lo celebri? Quando per mesi gli hai aizzato contro le peggiori bestie social», ha scritto un utente di Twitter. Mentre, Michele Anzaldi, membro Pd della commissione di Vigilanza Rai, ha ricordato come il servizio pubblico «stia oscurando in queste ore» un’intervista allo scrittore – rilasciata a Fabio Fazio in una puntata di «Che tempo che fa» del 18 ottobre, nella quale Camilleri disse di «ritenersi fortunato ad essere cieco per non dover vedere certe facce ributtanti che seminano odio».
Lontano dalle polemiche, l’omaggio arriva però anche dalle più altre cariche dello Stato. Camilleri «lascia un vuoto nella cultura italiana», si legge ad esempio nel messaggio del Presidente Mattarella, mentre, da sinistra e dal mondo del lavoro si moltiplicano i messaggi di cordoglio, da Fratoianni e Landini, tra gli altri. Per il segretario della Cgil, «la sua scomparsa lascia un grande vuoto di passione civile».
E C’È DA CREDERE che proprio per questo in molti si ritroveranno questo pomeriggio alle 15 al Cimitero Acattolico, nel quartiere romano di Testaccio, per un ultimo caloroso saluto ad Andrea Camilleri che aveva affidato proprio a Tiresia il suo «arrivederci» postumo: «Mi piacerebbe che ci rincontrassimo tutti quanti, qui, in una sera come questa, tra cento anni!».

Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo