martedì 26 marzo 2024

Cronorifugio, Georgi Gospodinov

 

Eccoci nuvamente riunite.

Questa sera a casa di Rossella si riunisce nuovamente il nostro gruppo dopo un lungo periodo di sosta. Siamo belle cariche, felici di rivederci e riprendere i nostri incontri mensili. C'è chi viene dopo una lunga assenza da lontano (purtroppo si è trasferita lontano e non più esserci con regolarità), Monia sarà dei nostri.

Discuteremi, acconmoagnate da Silvia, di Cronorifugio.

 

La trama

Gaustìn, un bizzarro personaggio che vaga nel tempo, inaugura a Zurigo una “clinica del passato” dove accoglie quanti hanno perso la memoria per aiutarli a riappropriarsi dei loro ricordi. Ogni piano ...

Cronorifugio di Georgi Gospodinov (Voland) è un libro di una bellezza difficile da raccontare. Ho atteso il nuovo romanzo di Gospodinov come i regali al mio compleanno, ovvero con impazienza, felicità e un briciolo di ansia. Dopo aver letto Fisica della malinconia è difficile pensare che Gospodinov possa scrivere qualcosa di così pieno, malinconico, straziante, divertente e originale. E no, Cronorifugio non è come Fisica ma si avvicina per originalità, cura, bellezza.

Gaustìn della mia giovinezza. Gaustìn del mio desiderio di essere un altro, altrove, ad abitare un altro tempo e altre stanze. Avevamo in comune l’ossessione del passato. Con una piccola ma essenziale differenza. Io rimanevo straniero ovunque, mentre lui si sentiva ugualmente a suo agio in tutti i tempi. Io bussavo alle porte di anni diversi e lui era già là, mi apriva, mi faceva entrare e poi spariva.

La trama è molto semplice anche se in realtà non lo è. L’atmosfera è onirica, malinconica (lo so, ancora questa parola) e gli accumulatori seriali come me non rimarranno indifferenti.

L’ho già detto, Gospodinov aveva l’ingrato compito di essere all’altezza di Fisica della malinconia e devo dire che per me lo è stato, salvo nella terza parte in cui ho fatto un pochino di fatica a seguire il filo e non vedevo l’ora che quelle pagine scorressero per poter andare avanti.

Il Cronorifugio è un premio e una condanna. Un gioiello che custodisce quello che siamo stati e quello che saremo. Chi siamo se perdiamo i nostri ricordi?

Il mondo è preda di un’epidemia: le persone perdono la memoria sempre più rapidamente. Gaustin, questo bizzarro personaggio che non sappiamo se reale o immaginario, ( è sempre lui, l’alterego dell’autore) decide di inventare una clinica del passato in cui i pazienti rivivono un’annata in particolare.

All’inizio a  Zurigo, in un edificio anonimo, ogni piano è dedicato a un decennio in particolare. I pazienti qui possono ritrovare la serenità perduta e muoversi in un mondo che conoscono.

(…) Lui si volta verso di me e dice: Vedi, vecchio (mi chiamava così), la vita è più di una sconfitta.

Ci sono cose che si ricordano per tutta la vita. Forse perché i padri di quei tempi, e mio padre non faceva eccezione, non parlavano mai con noi come se fossimo grandi. Perciò questa sua battuta andava annoverata tra gli eventi straordinari. Doveva essere una specie di testamento paterno. E non avevo capito bene se intendesse che la vita sarà piena di sconfitte e quella era solo la prima, oppure che la vita è più grande di ogni sconfitta. O forse tutte e due le cose.

Le pagine in cui il nostro protagonista parla con il padre che rivede una partita di decenni prima sono commoventi e strazianti:

Lo prendo per mano e dico, a bassa voce ma con chiarezza: Vedi, vecchio, la vita è più di una sconfitta. Lui si volta molto lentamente verso di me. Mi guarda, non sono sicuro di cosa veda, cosa stia galoppano nella sua mente svuotata. Sono passati quaranta anni da quando guardammo insieme questa partita.

Se non sono presente nella sua memoria, esisto davvero?

Ma Gospodinov non si ferma qui. Potrebbe descrivere la vita delle persone in un futuro che assomiglia al passato tra certezze e stranezze, il dolore dell’eutanasia, la difficoltà per i parenti di conciliare presente e passato/futuro e già sarebbe un romanzo degno di nota. Ma no, Gospodinov fa di più. E un po’ come nei suoi racconti infarcisce la storia di ironia, folgorazioni e Cronorifugio diventa così l’occasione per riflettere sulla nostra società.

Il Referendum sul passato rimescola le carte in Europa tra Brexit, isole felici e derive nazionalistiche. In Cronorifiugio c’è tanto amore, anche per l’Italia degli anni Sessanta e lo spauracchio della dittatura.

Comunque nessuno descrive la malinconia, la nostalgia come Gospodinov. Con pochissimi autori sono riuscita a specchiarmi, a vedermi, a leggere parole che non avrei saputo pronunciare ma che avevo in testa. Solo per questo vale la pena leggere Gospodinov e no, non ammetto eccezioni. Si può solo amare.

Da dove proviene questa mia ossessione per il passato? Perché mi trascina indietro come un pozzo  su cui mi sono sporto? Perché mi attira con volti che so non esistere più? Cosa è rimasto là che non sono riuscito a cogliere? Cosa è in attesa là, nella grotta di questo passato? Posso supplicare un ritorno indietro, senza avere le doti di Orfeo, solo il desiderio? E che quello e quelli, se riuscissi a portarli fuori da lì, non siano uccisi da me, se mi volto indietro ancora in cammino?

Cronorifugio è un racconto senza tempo, una storia che racchiude tutte le storie, quelle avvenute e quelle non. Un romanzo che no, non si può raccontare. Cronorifugio è un’esperienza e va vissuta, o non vissuta a seconda dei casi.


Cronorifugio è…

Ricordi. L’importante dei ricordi, del passato, l’ossessione del voler tornare indietro… il non saper lasciar andare… che fatica parlare di un libro che svela così tanto di me, di noi malinconici empatici che non riusciamo a guardare il tempo scorrere con indifferenza.

Ad un certo punto le persone perderanno di propria volontà la memoria pur di poter tornare indietro… dando vita a un vero e proprio ribaltamento del tempo e dell’ordine mondiale… ma ora, vi sto dicendo anche troppo.

Fatevi un regalo e leggete uno scrittore originale, indimenticabile e inclassificabile.

Consigliato per chi ha voglia di perdersi in tutti i tempi possibili, per chi quando guarda un vecchio telefono, un gettone, un’immagine d’epoca, non vede soltanto un oggetto. Ma un mondo.

[Alessandra Fontana]

 

Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo