sabato 5 dicembre 2015

Un Natale di Maigret, Georges Simenon

"Nessuno ammazza un poveraccio, che diamine! Oppure li si ammazza in serie, si fa una guerra o una rivoluzione. E se capita che un poveraccio si ammazzi con le proprie mani, non lo fa certo con una carabina ad aria compressa mentre si sta massaggiando i piedi. «Se almeno Tremblet avesse avuto un nome straniero, invece di essere banalmente del Cantal! Si sarebbe potuto supporre che appartenesse a chissà quale società segreta del suo Paese... «Insomma, quel Tremblet non aveva affatto le caratteristiche di uno che muore assassinato! Ed era proprio questo a rendere tutto più angosciante: l'appartamento, la moglie, i ragazzini, il marito in camicia e quel proiettile che aveva fatto psst...». 
In francese fu pubblicato per la prima volta nel 1951 presso le edizioni Presses de la Cité, come primo di una breve raccolta omonima.
In italiano il racconto è uscito per la prima volta nel 1953 sul periodico Epoca nella traduzione di Corrado Pavolini, poi ripresa da Mondadori nel 1957 nella collana “Girasole” (n° 81) in un volume dal titolo Un Natale di Maigret. Quindi, per lo stesso editore, nella collana “Romanzi di Simenon” (n° 180) del 1961, nella collana “Pavone” (n° 394) del 1964, nella collana “Le inchieste del commissario Maigret” (n° 21) del 1966, nella collana “Primavera Gialla” del 1975 e negli “Oscar” (n° 857) nel 1978. Nel 2015 è uscito come terzo e ultimo racconto della raccolta Un Natale di Maigret e altri racconti, per la traduzione di Marina Di Leo, presso Adelphi (parte della collana "gli Adelphi", al n° 476).
La trama
In casa del commissario Maigret fervono i preparativi per festeggiare il Natale. Mentre la moglie è intenta a preparare prelibatezze per il pranzo il commissario Maigret riceve visita da due vicine. Le donne sostengono che la nipotina di sette anni di una delle due ha visto, la notte precedente, Babbo Natale entrare in camera sua e inserire qualcos in un buco nel pavimento. Maigret capisce che le due visitatrici nascondono in realtà qualcosa.
Insospettito dalla storia, il commissario cerca di vederci più chiaro e comincia ad indagare sulla vera identità del presunto Babbo Natale.

Sono in totale settantacinque i romanzi con il commissario Maigret protagonista, scritti e firmati dallo scrittore belga Georges Simenon tra il 1930 e il 1972. Furono pubblicati per la prima volta in Francia, presso grandi editori francesi dell'epoca: Arthème Fayard, Gallimard e la nascente Presses de la Cité. Diversi furono inizialmente pubblicati come feuilleton a puntate, allegati a riviste e quotidiani, come "Paris-Soir", "Le Matin", "Police-Roman", "Le Jour", "Le Figaro". Altri ancora, specialmente dopo gli anni cinquanta apparvero anche in versioni a fumetti. Molti dei romanzi con protagonista il commissario Maigret sono diventati film per il cinema, sceneggiati o serie televisive trasmesse in diversi paesi.
In Italia i romanzi furono tutti pubblicati per la prima volta dall'editore Arnoldo Mondadori, grande amico di Simenon, in diverse collane come "Girasole", Il Giallo Mondadori e in seguito negli Oscar. A partire dal 1993 i romanzi sono stati pubblicati (a volte con titoli diversi) da Adelphi, che ne ha acquisito i diritti (insieme alle altre opere di Simenon), oppure sono usciti allegati in supplemento a riviste e quotidiani, come per esempio L'Unità.

Un Natale di Maigret è uno dei primi episodi della serie televisiva dedicata al celeberrimo personaggio ideato dalla penna di Georges Simenon; gli 'sceneggiati' (ai tempi questo era il nome con cui venivano designati) di tale serie ebbero immediato, grande successo e diedero vita a una seconda tranche di film televisivi, a una terza e a una quarta, raggiungendo negli anni la cifra totale di sedici trasposizioni di altrettanti romanzi gialli con protagonista il commissario Maigret. Presenza costante, nel ruolo centrale, è quella di Gino Cervi; altri nomi fissi del cast sono quelli di Andreina Pagnani, Manlio Busoni e Mario Maranzana; estemporaneamente invece compare qui Andrea Checchi. Romildo Craveri e Diego Fabbri si occupano della scrittura ("riduzione e adattamento", nei titoli di testa elettronici); il problema centrale dell'opera sta tutto nella destinazione televisiva, che ai tempi significava - fra le altre cose - un ritmo notevolmente ridotto e una confezione pressochè teatrale, oltre alla predominanza claustrofobica di scene in interni. Poco più di cento minuti di durata, piacevoli ma poco emozionanti (azione scarsa, dialoghi in abbondanza, tensione 'gialla' realmente flebile).
 





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Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo