mercoledì 1 ottobre 2025

Primo incontro del nuovo anno 2025/26

Riprendiamo dopo la pausa estiva i nostri incontri mensili iniziando da un classico, Ossi di seppia di Eugenio Montale.

Ci troviamo mercoledì 8 ottobe alle ore 21.00

 


1 commento:

sr ha detto...

Difficile parlare di Montale per una non specialista, ma il tema della serata era scegliere una poesia da Ossi di Seppia, quindi mi butto e racconto cosa ho scelto io e perché, in attesa che qualcuno più competente di me fornisca un quadro più completo, ricordando sempre che non siamo un gruppo di critici professionisti, ma solo di lettori curiosi e testardi. Allora, io ho scelto Falsetto, perché la trovo bella e perché mi ricorda alcuni testi a cui sono molto affezionata.
Alla prima lettura mi è piaciuta questa figura femminile così vitale, a contatto con la natura in modo spontaneo, sportivo direi, moderno, non dannunziano, malgrado l’identificazione mitica con Diana e il fatto che le influenze dannunziane mi sembrano abbastanza evidenti. Non è un a figura salvifica, non è un angelo. È un’immagine di forza e indipendenza, una flapper degli Anni Ruggenti, insolita nella rappresentazione femminile italiana -anche politica- del tempo, è proiettata verso il futuro.
Poi, rileggendo, ho notato l’accento malinconico: il poeta non ha più vent’anni come Esterina. Montale ha tradotto vari sonetti di Shakespeare, e si sente. Tre mi sono venuti subito alla mente: 18 (che tutti conoscete), 60 e 74, anche questi molto famosi, ma forse un po’ meno sfruttati. Non sono i sonetti che Montale ha tradotto (quelli sono il 22, il 33 e il 48), ma sono quelli che trovo più vicini a Falsetto.

Il tema della vecchiaia è fondamentale: questo non è un paese per vecchi è il famosissimo incipit della poesia. Ma, a differenza dei Romantici, e in parte anche di Montale, il poeta vuole evitare la fusione con la natura, perché la natura, per quanto ciclica, rappresenta il passare del tempo e la morte. Il poeta, invece, chiede di diventare un’opera d’arte esso stesso, un oggetto che non sembra avere un grande valore -è parte di un giocattolo dell’imperatore- ma allo stesso tempo è un simbolo potente dell’immaginario collettivo, quindi molto umano.
La Bisanzio immaginata da Yeats è al colmo del suo splendore e molto amata dal Decadentismo: è un luogo simbolico dove l’arte ha superato la natura e dove anche i vecchi hanno diritto alla gioia perché i monumenti dell’eterno intelletto contano eccome.
Quello che questi testi hanno in comune, secondo me, Montale, lo Yeats tradotto, Keats e Shakespeare è che in tutti il male di vivere è (almeno in buona parte) sconfitto dalla poesia stessa.

Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo