Comincia tutto nel 2004 con un sogno, in cui un piccolo pesce
cresce e diventa tanto grande da non poter più rimanere nella sua
vaschetta, fino ad occupare tutto il cielo. Il sognatore si chiama Xuan
Liang, all’epoca studente di ingegneria all’università di Tsinghua in
Cina, che raccontò l’episodio al suo amico Chun Zhang, studente di belle
arti nella stessa università. I due si rendono conto che l’idea è assai
potente e così decidono, assieme ad altri amici, di realizzare una
breve animazione in Flash. Dopo sette mesi il corto, che racconta la
storia di una ragazza a cui viene data in regalo una piccola balena che
continua a crescere fino a riempire tutto il cielo con la sua massa, è
completato e viene distribuito in rete.
Sono queste le premesse che hanno portato i due giovani, nel corso di più di dieci anni, a realizzare Big Fish & Begonia, lungometraggio animato da loro stessi diretto e sceneggiato, uscito due anni fa nelle sale cinesi e che non solo ha conquistato il botteghino del Paese asiatico con più di 85 milioni di dollari, ma ha anche riscosso successo di critica.
Dopo essere passato all’Annecy International Animation Film Festival lo scorso anno ed essere sbarcato negli Stati Uniti in aprile, Big Fish & Begonia approderà nei cinema italiani dal 21 giugno, distribuito dalla Draka Distribution e dalla Twelve Entertainment.
La storia, nei dodici anni passati da quel piccolo cortometraggio in Flash nato dal semplice sogno di uno dei due registi, si è sviluppata e arricchita attraverso vari passaggi produttivi e artistici. Per realizzare la pellicola Xuan Liang e Chun Zhang hanno infatti fondato nel 2005 la loro casa di produzione, ma ben presto sono finiti i soldi costringendoli a dedicarsi ad altri progetti, fra cui Swallotail Butterfly, del 2006. Nel 2013 arriva però la svolta, con l’interessamento, dopo una campagna online, della casa di produzione cinese Enlight Media a contribuire e finanziare il progetto.
Dal punto di vista artistico Big Fish & Begonia è l’incontro di diversi elementi: l’animazione mista fra 3D e 2D è anche frutto della collaborazione con la sud coreana Mir, le musiche sono del giapponese Kiyoshi Yoshida, mentre per la stesura del soggetto e della sceneggiatura, partendo dall’idea avuta nel sogno, i due registi hanno pescato a piene mani dalla mitologia classica cinese. Fra i libri che hanno ispirato più direttamente il lungometraggio c’è ad esempio uno dei testi taoisti più importanti, lo Zhuang-zi.
Sotto al mare, in una sorta di mondo parallelo vivono gli «Altri», esseri sovrannaturali che regolano con i loro poteri le stagioni, il tempo e gli elementi del mondo umano. Gli umani non sono però consapevoli dell’esistenza di questa diversa realtà, ed è importante che gli abitanti dei due regni non vengano mai a contatto e non si mescolino. Chun (Begonia) è una ragazzina che vive nel mondo parallelo degli «Altri» e come tutti i suoi coetanei, compiuti i sedici anni, come rito iniziatico viene mandata per sette giorni, sotto le sembianze di un delfino rosso, nell’oceano del mondo umano per osservarlo e capirlo meglio.
Verso la fine del suo viaggio però, il delfino-ragazza rimane impigliata nelle reti da pesca durante una tormenta, e a salvarla interviene un giovane umano. Cominciano così una serie di avventure che porteranno Chun a sfidare le regole del suo mondo, e a compiere difficili scelte che comporteranno uno squilibrio fra i due regni.
Visivamente, in molte sue parti il lavoro ricorda certi passaggi dei film di Hayao Miyazaki, La città incantata su tutti, ma si tratta di un’ispirazione dovuta che viene mescolata e resa originale dall’intreccio con motivi estetici provenienti dalla tradizione cinese classica, una mitologia davvero ricca e, seppur nella sua specificità, capace di parlare ad un pubblico più ampio e toccare temi universali quali l’amore e il sacrificio.
Opera godibile anche per i bambini più piccoli, in realtà Big Fish & Begonia tocca quindi dei temi adulti e seri come la morte e il senso della vita, mai però in modo banale e con una narrazione dove non c’è un cattivo da sconfiggere, ma piuttosto una serie di situazioni complesse che portano ogni volta a difficili decisioni da prendere. Con tutta probabilità il film rappresenterà uno snodo importantissimo per il cinema cinese contemporaneo: prodotto di altissima qualità e di ottima fattura, potrebbe funzionare nei prossimi anni da apripista per un risveglio e uno sviluppo dell’animazione cinese di livello.
[Matteo Boscarol 19/06/2018]
Sono queste le premesse che hanno portato i due giovani, nel corso di più di dieci anni, a realizzare Big Fish & Begonia, lungometraggio animato da loro stessi diretto e sceneggiato, uscito due anni fa nelle sale cinesi e che non solo ha conquistato il botteghino del Paese asiatico con più di 85 milioni di dollari, ma ha anche riscosso successo di critica.
Dopo essere passato all’Annecy International Animation Film Festival lo scorso anno ed essere sbarcato negli Stati Uniti in aprile, Big Fish & Begonia approderà nei cinema italiani dal 21 giugno, distribuito dalla Draka Distribution e dalla Twelve Entertainment.
La storia, nei dodici anni passati da quel piccolo cortometraggio in Flash nato dal semplice sogno di uno dei due registi, si è sviluppata e arricchita attraverso vari passaggi produttivi e artistici. Per realizzare la pellicola Xuan Liang e Chun Zhang hanno infatti fondato nel 2005 la loro casa di produzione, ma ben presto sono finiti i soldi costringendoli a dedicarsi ad altri progetti, fra cui Swallotail Butterfly, del 2006. Nel 2013 arriva però la svolta, con l’interessamento, dopo una campagna online, della casa di produzione cinese Enlight Media a contribuire e finanziare il progetto.
Dal punto di vista artistico Big Fish & Begonia è l’incontro di diversi elementi: l’animazione mista fra 3D e 2D è anche frutto della collaborazione con la sud coreana Mir, le musiche sono del giapponese Kiyoshi Yoshida, mentre per la stesura del soggetto e della sceneggiatura, partendo dall’idea avuta nel sogno, i due registi hanno pescato a piene mani dalla mitologia classica cinese. Fra i libri che hanno ispirato più direttamente il lungometraggio c’è ad esempio uno dei testi taoisti più importanti, lo Zhuang-zi.
Sotto al mare, in una sorta di mondo parallelo vivono gli «Altri», esseri sovrannaturali che regolano con i loro poteri le stagioni, il tempo e gli elementi del mondo umano. Gli umani non sono però consapevoli dell’esistenza di questa diversa realtà, ed è importante che gli abitanti dei due regni non vengano mai a contatto e non si mescolino. Chun (Begonia) è una ragazzina che vive nel mondo parallelo degli «Altri» e come tutti i suoi coetanei, compiuti i sedici anni, come rito iniziatico viene mandata per sette giorni, sotto le sembianze di un delfino rosso, nell’oceano del mondo umano per osservarlo e capirlo meglio.
Verso la fine del suo viaggio però, il delfino-ragazza rimane impigliata nelle reti da pesca durante una tormenta, e a salvarla interviene un giovane umano. Cominciano così una serie di avventure che porteranno Chun a sfidare le regole del suo mondo, e a compiere difficili scelte che comporteranno uno squilibrio fra i due regni.
Visivamente, in molte sue parti il lavoro ricorda certi passaggi dei film di Hayao Miyazaki, La città incantata su tutti, ma si tratta di un’ispirazione dovuta che viene mescolata e resa originale dall’intreccio con motivi estetici provenienti dalla tradizione cinese classica, una mitologia davvero ricca e, seppur nella sua specificità, capace di parlare ad un pubblico più ampio e toccare temi universali quali l’amore e il sacrificio.
Opera godibile anche per i bambini più piccoli, in realtà Big Fish & Begonia tocca quindi dei temi adulti e seri come la morte e il senso della vita, mai però in modo banale e con una narrazione dove non c’è un cattivo da sconfiggere, ma piuttosto una serie di situazioni complesse che portano ogni volta a difficili decisioni da prendere. Con tutta probabilità il film rappresenterà uno snodo importantissimo per il cinema cinese contemporaneo: prodotto di altissima qualità e di ottima fattura, potrebbe funzionare nei prossimi anni da apripista per un risveglio e uno sviluppo dell’animazione cinese di livello.
[Matteo Boscarol 19/06/2018]
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