giovedì 6 luglio 2017

Diario Persiano. Viaggio sentimentale in Iran, Anna Vanzan

«È un paese complesso, con una società variegata; apparentemente austera ma amante della vita e di tutti i suoi piaceri e in molti segmenti assai colta»: questo è l’Iran raccontato da Anna Vanzan nel suo Diario Persiano. Viaggio sentimentale in Iran (Il Mulino, pp.186, euro 15). Oltre a essere un manuale storico-geografico – che non lesina sulle descrizioni di «struggenti paesaggi e deserti cinti da monti» -, il Diario è un resoconto sentimentale, come lo definisce l’autrice nel sottotitolo.
NON È SOLO IL TACCUINO intimo di una viaggiatrice esperta, è un tentativo – riuscito – di decostruire gli stereotipi che avvolgono questo Paese. Già dalle prime pagine, Vanzan affonda la penna nello spinoso tema dei pregiudizi che dagli anni ’70 influenzano la visione occidentale. «È in atto dal 1979 una campagna denigratoria nei confronti dell’Iran, che lo ha trasformato nel nemico pubblico numero uno; e molti ne sono ancora convinti. Dal canto loro, anche gli iraniani sono sospettosi nei confronti dell’Occidente: hanno un rapporto di amore-odio con alcuni stati, soprattutto Usa e Gran Bretagna. A buona ragione: si pensi alle ingerenze statunitensi e britanniche alla base del complotto che rovesciò il governo di Mossadeq, di cui tra qualche mese ricorre il 64/mo anniversario».
Diario Persiano ripercorre alcune tappe del viaggio, soffermandosi su dissertazioni artistiche e digressioni storiche fondamentali a comprendere la complessità del Paese. Una delle caratteristiche è la secolare convivenza tra le due confessione dell’Islam, cui Vanzan dedica un intero capitolo. L’Iran è, infatti, uno dei principali paesi musulmani a maggioranza sciita: «Le conflittualità esistenti riguardano soprattutto la dirigenza politica iraniana e i gruppi sciiti e sunniti stessi: a livello di vita comunitaria le cose vanno assai meglio di un tempo», spiega la studiosa.
Sul fronte politico, invece, esiste ancora una diatriba tra il partito degli scettici e quello degli ottimisti che, all’indomani dell’accordo sul nucleare, si aspettavano un sensibile balzo in avanti, specie in materia di ripresa economica: «Ci sono stati segnali positivi – continua Vanzan – l’Iran è uscito dal gruppo dei paesi paria del mondo, si ha più fiducia nel futuro. Anche se la ricaduta dei nuovi accordi economici non è ancora arrivata alla base sociale. L’inflazione si è abbassata ma si auspica un benessere maggiormente diffuso». Motivo per cui la rielezione di Rouhani ha un duplice significato: garanzia di rinnovata fiducia e chance per il neo-presidente di rivolgere la propria attenzione alle annunciate riforme politiche e sociali.
NONOSTANTE LA SUA FAMA, fino allo scorso 7 giugno, l’Iran era l’unico paese in ambito mediorientale a essere sfuggito al terrorismo. Poi, il duplice attentato a Teheran ha cambiato la percezione della popolazione.
Gli attacchi a due istituzioni, una «laica», il Parlamento – simbolo della democrazia -, e l’altra religiosa – il santuario di Khomeini, vate della Rivoluzione – ha creato una crepa nella fiducia delle persone. «L’evento ha scosso gli iraniani perché non se l’aspettavano. Durante la mia ultima visita, poche settimane prima dell’attentato, ho percepito una certa sicurezza, molti mi hanno detto ’Qui l’Isis non è arrivato’. Erano più preoccupati per le ’intemperanze’ di Trump e per l’ostilità saudita».
[Francesca Del Vecchio 6/07/2017]

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Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo