giovedì 13 aprile 2017

UN NO MOLTO ASPRO

Il territorio è un’entità impersonale, buona per misurazioni e cubature, e i luoghi, che esprimono le comunità, provano a dargli un senso diverso: tra questi due poli spesso è conflitto. È forte e deciso il no che arriva dalla Sardegna contro l’esproprio legalizzato di terre e prospettive sostenibili grazie alle megacentrali termodinamiche, che si apprestano a calare su Gonnosfanadiga e Guspini, Decimoputzu e Villasor.
UN NO MOLTO ASPRO dopo il parere positivo dato il 22 luglio scorso della commissione tecnica del Ministero dell’Ambiente sulla Valutazione di Impatto Ambientale del progetto «Flumini Mannu» (comuni di Decimoputzu e Villasor) della Green Power, gruppo Angelantoni: pannelli solari radianti su quasi trecento ettari, «espropriabili» (ma alcuni imprenditori agricoli operanti su questi terreni, come il combattivo signor Cualbu, non sembrano esattamente d’accordo). Una seconda è prevista al confine fra Gonnosfanadiga e Guspini: più ampia, con i suoi trecento ettari, dell’intera area del centro di Guspini.
media Cartografia_l'impiano di Gonnosfanadiga
I TERRENI AGRICOLI sono simili a quelli ben descritti da Emilio Sereni – che pure trascurava la Sardegna – nel suo Storia del paesaggio agrario italiano. Ci vai e vedi pianure e montagne come quinte in un’ampia area delimitata a nord-ovest dal castello di Arcuentu e a sud da quello di Acquafredda. Grandi serie monumentali dalla preistoria al medioevo; campi aperti e montagne, sorgenti: paesaggi culturali, identità che trova senso nei luoghi e ritroviamo nel «no» della Soprintendenza che sottolinea il rischio di distruzione della tipologia dell’openfield, irreversibile, attraverso la «distorsione della percezione e detrimento dei valori storico-culturale e paesaggistico».
L’OPPOSIZIONE SOCIALE espressa da comitati, sindaci, associazioni e forze ambientaliste, movimenti indipendentisti si è costituita in forma unitaria (Consulta Ambiente Territorio Energia) ed ha manifestato con forza il 25 marzo scorso a Gonnosfanadiga. Anche istituzionalmente la situazione è in movimento: se a suo tempo la Regione diede parere negativo, da poco persino il Presidente Pigliaru ha dovuto esprimere al premier Gentiloni «il forte malcontento e la netta contrarietà della popolazione alla realizzazione di questi impianti», e le «forti tensioni di carattere economico-sociale che potrebbero derivarne».
Questo termodinamico piuttosto ingombrante è ora sul tavolo del Presidente del Consiglio, come prescritto dalla procedura, e rappresenta un test delicato che non sfuggirà a Gentiloni. Lo è anche per una classe politica che – dopo lo «Sblocca Italia» – ha provato senza riuscirci a sistemare le autonomie territoriali con il referendum costituzionale, che in Sardegna ha registrato una sconfitta particolarmente netta, e prosegue costruendo modifiche ed eccezioni alle norme della tutela: sulle regole della Valutazione di Impatto Ambientale, sui parchi, sulle trivelle con concessioni entro le 12 miglia! Intanto la nuova proposta di legge urbanistica regionale mostra parole avvenenti («Programmi e progetti ecosostenibili di grande interesse sociale ed economico») e formule grimaldello come «l’accordo di programma».
SE OGGI I PAESAGGI della Sardegna, complessi e irripetibili, sono attraversati da un diffuso senso di appartenenza, dal racconto che diventa proposta, reticolare e integrata, di transiti e letture, tragitti e itinerari, e su questa base si pensa di costruire ricchezza, inserire impianti del genere significa sabotare, anche alterando i «punti di vista, passaggio e osservazione», una delle risorse principali della Sardegna.
Quando poi, a prescindere dai modelli, l’intervento vuole essere autorizzato nonostante la contrarietà generale, si pone, come abbiamo detto all’inizio, un serio problema di democrazia. Gli specchi prodigiosi di questi pannelli solari riflettono un modello neo-centralista e post-coloniale che sarebbe saggio, oltreché democratico, abbandonare.

13storie piccola sardegna w
Il connubio tra pannelli solari e pecore secondo la Green Power
[Marcello Madau 13/03/2017]

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Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo