mercoledì 8 febbraio 2017

Che sia benedetta, Fiorella Mannoia

«Io penso che la vita sia perfetta. Siamo noi a sporcarla». Fiorella Mannoia ha presentato ieri sera sul palco dell’Ariston una canzone bellissima, Che sia benedetta. Un inno alla vita, una sorta di memoria della realtà su quello che è il vero senso del nostro stare al mondo, sulla giustizia e la meraviglia dell’esistenza. La vita è perfetta: «E noi la sporchiamo con le ingiustizie sociali, con i rancori, con le invidie, con l’avidità e la sete di denaro e di potere. La natura, da sola, è meravigliosa e completa. In fondo non ci vorrebbe niente a vivere in pace con noi stessi e con il resto del mondo».
È la sua quinta partecipazione a Sanremo a trent’anni esatti da Quello che le donne non dicono: «Appena Amara, che è l’autrice del brano, me l’ha fatto ascoltare, ne sono rimasta completamente stregata. Era una canzone troppo forte, troppo intensa per essere inserita in un disco e basta, meritava una platea più ampia e in Italia l’unica è Sanremo. Qui devi venire quando hai qualcosa da raccontare. Ogni volta ho partecipato perché profondamente convinta del pezzo e, anche se non ho vinto, non mi sono mai sbagliata». Le sue canzoni sono trans generazionali, cantate a squarciagola da mamme, figlie e pure nonne.
Fiorella  è una donna molto bella e un’artista coraggiosa, da sempre schierata a sostegno della difesa delle donne: «Sulle quali andrebbe fatto un discorso complesso e una grande azione di educazione a più livelli, dobbiamo ancora lavorare molto su noi stesse e la tendenza a scusare e difendere chi ci sottomette e ci umilia» oltre che di altri temi fondamentali della società. «Io credo semplicemente di comportarmi da cittadina. Mi è sempre piaciuto stare nella realtà che mi circonda attivamente, responsabilmente. Anche da ragazzina mi occupavo di politica. Oggi il livello di corruzione è ai massimi livelli e la politica non solo non c’è ma è decostruente. Basta guardare agli Usa e a Trump, dove non arriva la politica arriva la protesta carica di rabbia».
Combattente, il suo ultimo album, tornerà venerdì nei negozi in edizione speciale, con il brano e la cover festivaliera (Sempre per sempre di De Gregori), gli altri successi sanremesi cantati dal vivo durante il tour e una versione de La Cura di Battiato. Più le dicono che vincerà e più le viene l’ansia quindi cerca di rimanere distaccata. Cosa che non le riesce quando si parla di ingiustizie sociali: «Non tollero questo giocare a Risiko sulle nostre spalle! Non sopporto questa schiavitù legalizzata con gli schiavi che si mettono addirittura in catene da soli».
Che sia benedetta è un brano adulto, spirituale «Come ogni riflessione sulla vita. Ho un’età per cui è giusto che canti delle cose che vivo e che siano adeguate alla mia esperienza».
È anche un brano laico: «Perché non riesco, purtroppo, ad avere una fede così granitica che mi porti ad avere la certezza che ci sia davvero qualcosa o qualcuno sopra di noi. Allo stesso tempo non riesco ad essere completamente atea, come ad esempio lo era mio padre. Lo era così tanto che faceva gli stessi proseliti, in merito, di chi cerca di convincerti a credere. Io mi sento agnostica ma continuo a cercare dentro di me questa dimensione. Non mi interessa darle un nome o un sesso». A volte, basta cantarla.
[Francesca Angeleri 08/02/2017]

Nessun commento:

Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo