giovedì 10 marzo 2016

Ragazze all'infinito



Siamo ragazze volanti, nude, liberate. Non abbiamo timore di metterci in mostra ma non abbiamo perso la vergogna, siamo timide ma perverse, allegre seppure introverse. Ci scambiamo i cappelli, le chiome, gli sguardi, siamo una nessuna cinquecentomila, ci perdiamo tra le note, tra le rose, ci ritroviamo in altri mondi, dentro i caratteri tipografici di un volume ingiallito, in trasparenza tra i petali violacei di un iris. Stiamo in posa delicate, un piedino alzato, la caviglia sottile, come sui tacchi ma scalze, la terra ci è lieve come nuvola, ci torciamo avvitate verso un desiderio inaudito e inesaudibile, siamo gocce, essenze di fiori intensi, potenti come veleno radioattivo, lucenti tra sfumature scarlatte. Siamo bamboline mascherate su una torta di panna, siamo tappezzeria da suite azzurra di un albergo in decadenza, siamo decapitate dalla parola ma pensanti dai mille volti femminili.
Siamo donne, femmine, bambine, seduttive e smargiasse, smaglianti e teatrali, occhi racchiusi nel preciso disegno di un eye-liner da cui possono uscire raggi di fuoco, petali di rosa, lacrime di coccodrillo. Siamo farfalle circensi, moderatrici, immodeste modelle da accademia d’arte, uniche e imprescindibili, acrobate sguiscianti incomprensibili, motori di assassinii, natanti affacciate sul vuoto, belle natiche esposte con disinvoltura, forse maschile, ai passanti sulla via.
Ci distendiamo sul monte di Venere perché possediamo le doti dell’amore, la simpatia, la musica, la grazia e la passione. Ci massaggiamo le bianche dita dei piedi accovacciate sul monte di Apollo perché siamo focose brillanti artiste felici di successo. Perché laddove qualcuno ci dirà qualcosa di diverso ci mentirà, tradendo la fiducia concessagli, ferendoci il seno con un’aspide, in quell’istante preciso tondo unico saremo pronte a colpire, ad azzannare, a trasformarci da dolci figurine bidimensionali a virago predisposte ad uccidere. Nulla di tutto ciò diverrà verbo, nulla di tutto ciò accadrà se una equilibrata convivenza basata sul rispetto delle diversità rimarrà reale e fattiva.
Tra peonie e bulbi siamo le ragazze di Gauguin impallidite dalla non esposizione al sole, tra albicocche e frutto della passione non sappiamo cosa scegliere, ci rilassiamo in morbidezze petalose, vellutezze solleticanti la punta dei piedi o la mezzaluna della coda di sirena. Perdiamo lo sguardo nell’infinito ma non perdiamo la testa neppure se la vediamo allontanarsi senza meta e senza permesso verso un altrove. Siamo modelli arcaici, siamo senza tempo, evanescenti e pure, impalpabili eppure palpate e papabili, fisicità e destino, genesi e decomposizione, gioia massima e addii.
Portatrici di fortune e disgrazie, di bellezza a tripudio e di ossessione mortale. Vorremmo nascere e sparire, tornare a vivere e rinascere all’infinito, senza che uno scrittore posi mai la penna sul tavolo con la consapevolezza di una fine. Vorremmo non sparire mai.
Ci chiamiamo Odile Lucile Carmen Sonia Elise Armande Colette Lili Rose Arielle Henriette Martine Marthe Elsa Viviane Irene Blanche Louise Lise Sissy Camelia Angèle Clémentine Anna Alice Giselle Julie Ruth Adèle. Cognome paterno: Simenon.
(«Simenon», Rossella Fumasoni; Galleria Diagonale, Via dei Chiavari 75, Roma)
[Fabiana Sargentini da "il manifesto" del 10/03/2016]

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Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo