domenica 19 maggio 2024

FERROVIE DEL MESSICO: CONTRORECENSIONE

 GIAN MARCO GRIFFI

FERROVIE DEL MESSICO

 La recensione che ha inserito Roberta non mi è piaciuta, l'ho trovata un po' pigra e piuttosto snob, per cui aggiungo la mia presentazione. Non mi interessa chi sia Griffi, cosa faccia nella vita quando scrive. Quello che importa è che non si tratta della solita storia familiare/autofiction/giro attorno all'ombelico, scritta possibilmente in una lingua piatta e con un plot senza complicazioni.

Care compagne e cari compagni di lettura, immagino che, vedendo il libro per la prima volta, vi sarete chiesti perché vi ho imposto questo tour de force, soprattutto per i vostri polsi. La risposta è: perché finalmente ho trovato un romanzo italiano vero! E devo dire che la cosa mi ha molto emozionata.

Mi è sembrato di tornare indietro nel tempo, a studiare le origini del romanzo, immersa in Fielding, Sterne, Cervantes, Scarron, il romanzo picaresco, il comico-epico, l’anti-romanzo, la ricerca del Santo Graal, tutto insieme. 

So che non tutti amano le digressioni, ma Griffi in realtà non perde mai il filo della storia, o delle storie. Se leggiamo l’incipit, una delle cose più importanti e difficili per un narratore, vediamo che contiene già tutte le linee narrative: il generale e il particolare, la Storia e le storie individuali, la repubblica sociale e la Resistenza, l’odontoiatria e gli amici, l’epica e la guerra. Forse qui manca solo l’amore, ma quando arriva, sappiamo che arriva alla grande.

Dal punto di vista tecnico, Griffi non usa solo le digressioni (che rimandano soprattutto al romanzo inglese del ‘700), ma anche l’alternanza dei punti di vista, l’alternanza della prima e terza persona, il flusso di coscienza (p.162), l’alternanza dei piani temporali, per cui ci troviamo davanti un racconto a spirale che va avanti e indietro nel tempo e tra i personaggi, fornendoci sempre nuovi elementi per la comprensione della storia. 

Poi ci sono moltissimi riferimenti e citazioni di altri autori:

STRUTTURA

² Sterne (digressioni, comico, punteggiatura p.150-51)

² Fielding (comic epic in prose)

² Borges  (pp.238 e 380)

² Kafka (la situazione, il punto di partenza della storia, la burocrazia, il povero Bardolf/Josef K. - agrimensore K.)

 

PERSONAGGI E SITUAZIONI

² Shakespeare (p. 386 -Hamlet ritorna più volte)

² Beckett (Waiting for Godot: i becchini = Vladimir /Estragon -p. 379 - Hamlet)

² Eliot: Prufrock (624); + Satyricon (p.769) = epigrafe della Waste Land

² Wordsworth (citato da Bardolf, p.549)

² Melville: Bardolf/Bartleby (p.559)

² E.A. Poe + Foscolo (p.668) upupa e corvo nevermore al funerale di Firmino

² Aristofane? (nuvole - p.553)

² Tutti i classici che hanno portato i loro personaggi agli Inferi (pp.539 e 545) + i diavoli danteschi e il viaggio nel niente (p.578)

² La ricerca del Graal: Cesco che cerca il libro che gli darà la risposta sulla mappa delle ferrovie del Messico.

² Se stesso: Piu segreti degli angeli sono i suicidi (p.194)

² Le architetture e le geometrie impossibili di Piranesi ed Escher (pp. 42 e 743)

² Il racconto come vita (p.296); i continui riferimenti ai poeti, suicidi e non (p.406)

E chissà quanto altro mi è sfuggito o mi è rimasto ai margini della coscienza. Intanto che leggi, ogni tanto fai un salto perché ti viene in mente qualcosa e il cervello resta sempre attivo.

Un’altra cosa importantissima in questo libro che mi ha coinvolta molto è la lingua, che non è semplificata e minimalista, ma ricca e contaminata da altre lingue, dialetti, slang e mi pare, anche qualche neologismo creato per l’occasione. La mia parola preferita è Sfilosomiato: vuol dire che una persona è talmente stanca, stravolta da perdere i connotati del viso, è quando ci si innamora e si viene travolti, quando Cesco incontra Tilde.

È una lingua viva e divertentente, stimolante sia dal punto di vista lessicale che delle immagini, ricca di similitudini e metafore.

Ci sono similitudini con la mitologia classica (come già visto all’inizio), ma la metafora portante è quella della carie ideologica:

² Buco nella bandiera (p.34)

² Carie ideologica (p.66)

² Morte di Kraas (p.669)

C’è molta politica, descritta sia in tragedia (strage nazifascista, assassinii politici) che in commedia (Hitler e la marsina, pp.203-225, Kraas e il golf (p.426-441). Poi c’è il tragicomico (Bardolf Graf e il libro).

E poi, per quanto riguarda la politica, c’è Cesco. Credo che per molti di voi il personaggio centrale sia Tilde, e dal punto di vista tecnico lo è: è lei che spiega cosè la letteratura e perché è indispensabile alla vita (p.361:essere lirici e ironici...). In un certo senso lei è la letteratura proprio perché è una donna: contiamoci... e poi non è un’incubatrice (p.302). Vedi anche: gineceo (p.301) e fotografia (p.234).

Ma secondo me la figura più importante è Francesco Magetti, e non solo perché è in scena più o meno dall’inizio alla fine, è sicuramente il protagonista. Quello che fa di Cesco un personaggio fondamentale a tutto tondo è il fatto che incarna una condizione molto diffusa nel momento storico del romanzo, ma anche -temo- molto contemporanea. Leggete quello che ha detto Griffi di lui in un’intervista:

È uno che si ritrova in un certo periodo storico e non ha la forza di volontà per migliorare il mondo intorno a sé, immerso nell'ignavia, un brodo da cui non riesce a uscire e ne rimane invischiato. Quel brodo è essere fascisti repubblichini nel '44 nel Nord Italia. La storia di Cesco è abbastanza comune. Era molto più difficile prendere la decisione contraria: quella di unirsi ai partigiani, perché comportava un forte rischio per sé e per la propria famiglia. Quella era la vera decisione da prendere. Chi non l’ha presa si è ritrovato dalla parte sbagliata della storia. Magetti ci finisce per pigrizia.

Vedi: il torpore (p.474); il dubbio (p.533); sempre a metà strada (p.711); cultura e lavoro (p.724)

Un altro pezzo dalla stessa intervista: 

Che cosa vuol dire allora "antifascismo"?

È una condizione umana. Credo che l’essere umano debba essere antifascista, a qualunque tipo di schieramento appartenga. Posso essere di destra e essere anche antifascista, anzi dovrei esserlo, perché questo significa essere umani, essere contro i soprusi e a favore di qualunque tipo di diritto. Questo è un romanzo antifascista e apolitico.

Io sono stato obiettore di coscienza. Non è un caso se Ferrovie del Messico è un romanzo antimilitarista. Sono un antimilitarista convinto. Credo che potremmo fare tranquillamente a meno delle armi, se volessimo. La verità, però, è che non lo vogliamo

A proposito di questo argomento, ho imparato, purtroppo, una cosa nuova: nella mia ignoranza storica, non avevo idea dell’esistenza di questi corpi militari fascisti più nazisti dei nazisti, tanto da adottare una denominazione tedesca.

SICHERHEITS-ABTEILUNG

P. 176: sono i più sadici di tutti

Questa formazione autonoma della RSI denominata con la dicitura tedesca di Sicherheitsabteilung (reparto per la sicurezza), era un'unità di polizia costituita da fascisti alle dirette dipendenze del Comando Tedesco nel nord Italia (162ª Divisione) e attiva nei territori dell'Oltrepò Pavese.

Nessun commento:

Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo