domenica 26 aprile 2020

incontro in video conferenza


Ci siamo date appuntamento con Google Meet  alle ore 21.00; eravamo Silvia, Paola, Rossella, Francesca, Ida, Roberta e Chiara.

Dopo i soliti convenevoli ci siamo confrontate sulle letture al tempo del Covid 19 fatte in questo periodo: Rossella e anche Roberta hanno letto

In questo romanzo si parla  di Vera, Nina e Ghili, rispettivamente nonna, madre e nipote, che si ritrovano nella stessa stanza dopo lunghi anni in occasione del novantesimo compleanno di Vera. La vita di Nina non è rimasta a lungo sui binari del resto della famiglia e, ora che è tornata con una domanda da fare e numerose risposte da cercarle, accoglierla come se non fosse un’estranea sembra quasi uno sforzo. È grazie a lei, tuttavia, che la nonna riesce a ripercorrere le tappe di un’esistenza rimaste sepolte sotto il peso del tempo, della vergogna, del dolore. Da ebrea croata quale era, infatti, aveva trascorso una giovinezza complessa dal momento in cui si era innamorata del serbo Miloš e lo aveva poi visto finire in prigione perché ritenuto una spia sovietica. Quando la figlia aveva da poco compiuto sei anni, per di più, era stata deportata in un campo di rieducazione sull’isola di Goli Otok, senza che Nina fosse mai riuscita a capacitarsi fino in fondo della sua assenza.
La stessa Ghili ha un rapporto conflittuale con la madre, per motivi che vengono svelati con delicatezza nel corso della vicenda, e in un perenne salto tra l’infanzia e l’età adulta, tra la leggerezza dei desideri e la pesantezza della Storia, alla famiglia viene data un’occasione di perdono e di riscatto. Per riuscire a superare gli anni di silenzio e di dolore dei quali si è circondata, però, è necessario tornare nella prigione politica dei tempi di Tito non soltanto con la memoria, e fare ammenda con il passato reintegrandolo a pieno titolo nel presente. La sfida è complessa da accettare, ancora di più da portare a termine: l’odio e l’assenza si frappongono tra Ghili e Nina come un tendone spesso, che forse solo il figlio adottivo di Vera, di nome Rafael, può riuscire a scostare una volta per tutte.


Ida ha riletto il libro dello scrittore turco Pamuk dal titolo “Neve”
Mandato a scrivere un reportage in una lontana città turca di confine, il poeta Ka deve fare i conti con la propria crisi esistenziale e spirituale, e con alcuni fatti inquietanti. Negli ultimi tempi, in città, sono avvenuti degli strani suicidi:ragazze obbligate a togliere il velo per entrare all'università hanno preferito farla finita. E poi terroristi islamici che minacciano attentati, e militari nazionalisti che preparano la repressione. Ka cerca di non farsi coinvolgere dalla tragedia che sta per insanguinare il piccolo centro. Tutto ciò che vuole è convincere Ipek, la donna che ama, a fuggire con lui in Germania. Intanto la neve, indifferente ai complotti, agli omicidi, all'odio e alle altre passioni umane, continua a cadere.

Silvia in lingua originale sta leggendo
 Il terzo libro, in lavorazione, si chiamerà The Mirror and the Light.
A risuscitare il romanzo storico nel XXI secolo è stata senz’altro la britannica Hilary Mantel, 69 anni dalle Midlands orientali, l’unica scrittrice a cui è stato assegnato per due volte il Booker Prize, il più prestigioso premio letterario del mondo anglo-sassone. Il bello della faccenda è che la Mantel scrive dei romanzi giganteschi, raramente sotto le 500 pagine. Ha iniziato con una trilogia sulla rivoluzione francese, La storia segreta della rivoluzione, affascinata subito dai tre giovani rivoluzionari caduti, poco più che trentenni, sotto la ghigliottina nello stesso anno, il 1794: Robespierre, Danton e Desmoulins. Ha poi continuato con la Trilogia di Thomas Cromwell di cui sono usciti due volumi e il terzo conclusivo è atteso per il 2019. Thomas Cronwell non è il Cromwell dell’unica esperienza repubblicana tentata nelle isole britanniche; quello è Oliver e lo si studia anche alle medie. Thomas è il primo ministro di Enrico VIII, un politico di umili origini, ma abilissimo e machiavellico, che però non riuscì a sfuggire al tragico destino di tutti coloro che si erano avvicinati al mercuriale monarca inglese.

Roberta e anche Silvia hanno letto
 Ne "I vagabondi" Olga Tokarczuk riesce a ripristinare un concetto importantissimo in un’epoca di riflessioni su cosa significa abbandonare un posto e reinventarsi altrove, e su chi ha il diritto di farlo: presentando il movimento come una condizione universale, disciplinata dalla storia ma con una forza anarchica tutta sua, ricorda al lettore che lo spostarsi non è fatto solo da necessità ma anche da desiderio, ed è repressivo tarare qualsiasi discorso sulla migrazione in base all’emergenza e il bisogno, poiché il desiderio di un luogo, o di qualcosa da scegliere, trova uno spazio anche lì... - Su ilLibraio.it Claudia Durastanti racconta il libro cult dell'autrice polacca, che ha ridefinito il rapporto tra scrittura, viaggio e l’io testimoniale

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Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo