mercoledì 11 ottobre 2017

Fiera di Francoforte

Non è solo la Francia ospite d’onore alla Fiera internazionale del libro di Francoforte, ma più in generale il mondo della francofonia, dall’Africa ai Caraibi, passando per il Maghreb. L’edizione di quest’anno dedica ampio spazio a scrittori di lingua francese il cui percorso personale e artistico si confronta con il fenomeno sempre più attuale e globale della migrazione. È il caso del congolese Alain Mabanckou, nato nel 1966 a Pointe-Noire, studente a Parigi negli anni Ottanta e oggi professore alla Ucla (dove insegna Letterature francofone), acclamato autore di una decina di romanzi e di altrettanti saggi.
NELLE SUE OPERE, popolate da nomadi e migranti, Mabanckou fa sfoggio di una straordinaria creatività linguistica e letteraria, giocando su pastiche e citazioni letterarie, o ancora facendo uso di un’oralità esuberante e grottesca, come nel celebre Verre cassé (Pezzi di Vetro, 66thand2nd, 2015), volutamente sgrammaticato e privo di punteggiatura. L’originalità dei suoi romanzi e l’uso singolare della lingua francese, fanno di Mabanckou uno degli autori più apprezzati del panorama contemporaneo: è stato, fra l’altro, il primo autore africano a ricoprire una cattedra al Collège de France, nell’anno accademico 2015-2016.

ALL’INSEGNA delle migrazioni anche il percorso di un altro invitato alla Buchmesse, il gibutiano Abdourahman  A. Waberi, partito dal corno d’Africa per arrivare, dopo un lungo soggiorno in Francia, a Washington, dove insegna Letterature francofone e scrittura creativa alla George Washington University. Per definirsi, e definire gli scrittori della sua generazione, Waberi ha inventato il concetto di «figli della postcolonia», a indicare quegli autori che non hanno vissuto direttamente il periodo coloniale e le cui preoccupazioni sono molto diverse da quelle dei predecessori letterari.

Tra le firme del panorama francofono internazionale, parteciperà alla Fiera di Francoforte anche Dany Laferrière, autore haitiano emigrato in Québec, la cui recente elezione all’Académie française testimonia l’interesse crescente per il mondo francofono extra-europeo da parte delle istituzioni culturali francesi. Laferrière è noto per i suoi romanzi dal sapore urbano, in cui s’incrociano i destini di personaggi migranti dalle avventure picaresche, a tratti drammatiche, a tratti divertenti. Tra gli scrittori americani francofoni figura anche l’antillano Patrick Chamoiseau, autore di numerosi romanzi che raccontano i Caraibi come specchio del métissage globale, in una sofisticata tessitura linguistica ricca di giochi, immagini e invenzioni basati sul creolo della Martinica.
NON MANCANO gli autori di origine maghrebina, da sempre molto presenti nel panorama letterario francese: ci saranno volti noti – come quello di Tahar Ben Jelloun, prolifico autore marocchino emigrato a Parigi – e meno conosciuti, come la giovane Leïla Slimani, la cui seconda prova narrativa Chanson douce (Ninna nanna, Rizzoli), narra il lato oscuro della maternità attraverso il racconto di un infanticidio. Interessante sarà anche seguire Kaouther Adimi, che s’inserisce nella linea consolidata degli autori francofoni di origine algerina raccontando la vita all’interno di un vecchio palazzo nel cuore di Algeri in un romanzo fuori dagli schemi, L’envers des autres (2011), tradotto quest’anno in italiano (Le ballerine di papicha, Il Sirente).
FRA GLI ESORDI eccellenti, quello della scrittrice di origine iraniana Négar Djavadi, autrice di un romanzo pluripremiato, Désorientale (Disorientale, e/o), dove in un raffinato intreccio mescola il passato dell’Iran al presente della Francia, affrontando in questa saga famigliare il complesso tema dell’identità e dell’integrazione delle «seconde generazioni», spesso vittime del ritorno di quei fondamentalismi che negli ultimi tempi si sono riaffacciati con prepotenza sulla scena politica e sociale francese.

Ad arricchire il romanzo di Djavadi contribuisce la riflessione sull’identità di genere e sulla procreazione assistita. Un programma di grande eterogeneità e ricchezza, dunque, quello che la Buchmesse riserva alla Francia contemporanea multietnica e alla comunità francofona internazionale in continua evoluzione.
[Ilaria Vitali 11/10/20.17]

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Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo