sabato 29 aprile 2017

Il giardino delle meraviglie Lucia Scuderi

Nella sua stanza di bambino, Leo Lionni non aveva spazio per i quaderni aperti sul suo tavolo: questo, infatti, era stipato all’inverosimile di erbari, piccoli orti, teche con insetti. Un mondo vegetale scelto come compagno di giochi lo circondava ogni pomeriggio. È da lì, da quel ricordo di un tempo passato tra le piante e gli animali di un microcosmo domestico, che nacque probabilmente l’idea di inventarsi – una volta divenuto adulto – una botanica «fai-da-te». Lionni, nato ad Amsterdam nel 1910, poi italiano di adozione, infine americano a causa delle leggi razziali, grafico pubblicitario, scrittore immaginifico e autore amatissimo di letteratura per l’infanzia, nel 1977 «vide» una serie di piante «che l’occhio umano non percepisce». E da quel momento non può sottrarsi al suo compito: redigere un grande albo scientifico in cui classificare la sua Botanica parallela, fra le cui pagine prendono vita le estrose artisie, ma anche il giraluna oppure gli strangolatori. Gallucci ripropone un assaggio di quel catalogo, in un bel libretto formato tascabile (pp.125, euro 10, disegni dell’autore), pescando qua e là fra i capitoli e i «personaggi vegetali», mantenendo la successione originale della prima edizione.

Essendo primavera inoltrata, piace rimanere immersi nel verde vagabondando dentro parchi che custodiscono innumerevoli storie segrete con un altro albo – splendido – scritto e illustrato da Lucia Scuderi. È Il giardino delle meraviglie, edito da Donzelli (pp. 50, euro 20), che racconta le biografie di gelsomini, ulivi, capperi e alberi di limoni, facendo tappa su una isola come la Sicilia, ricca di specie endemiche del Mediterraneo. Scopriamo così che l’echinocactus è conosciuto anche come «cuscino della suocera» (evidentemente le spine servono come seduta per persone non gradite). Al fico, invece, è legata la tradizione di una ricetta antica, le sarde a beccafico, che prende il nome da un piccolo uccello golosissimo dei frutti tanto da starsene sempre appollaiato fra i rami dell’albero. Se il limone ha origine in India e Indocina, ormai l’immaginario l’ha assegnato all’Italia e a molte aree del Mediterraneo (questa volta il consiglio culinario, un piatto che possono preparare anche i bambini, sono le polpette in foglie di limone). I
nfine, l’ulivo, la pianta simbolo della nostra civiltà – anche Romolo e Remo secondo la leggenda, nacquero all’ombra delle sue fronde. A favorire la sua crescita e prosperità in terra italiana (e siciliana) è stata la pratica millenaria dell’estrazione dell’olio.
Il libro di Donzelli accompagna la prima edizione della rassegna Radicepura Garden Festival, dedicata al garden design e all’architettura del paesaggio. Fino al 21 ottobre, nel parco botanico di Radicepura sarà possibile visitare quattordici giardini, realizzati appositamente con le specie più originali coltivate da Piante Faro. La Sicilia è la cornice del primo appuntamento di questa variegata Biennale, ai piedi dell’Etna. Ogni giardino è site specific e misura 150 metri quadrati.
C’è quello verticale, Tour d’Y Voir del paesaggista francese Michel Péna e quello dell’amicizia progettato dalla designer Kamelia Bin Zaal, ispirato alla convivialità dei cortili arabi. Poi ci sono le aree verdi degli artisti più giovani: l’Hortus Salis di Alejandro O’Neill, un omaggio alle saline nate dall’evaporazione del mare nella zona di Trapani e Marsala, e «Re-Live» degli spagnoli Carmen Guerrero Mostazo e Andrea Graña, sul tema dei terremoti e della possibilità di rinascita. S’ispira, invece, alla mantiglia, lo scialle di pizzo usato dalle donne nelle cerimonie, il Jardin de Mantille della francese Maia Agor. Radicepura ospita anche quattro installazioni vegetali: si va dalla creazione artistica-botanica di François Abélanet al Giardino della Dieta Mediterranea, ideato dallo studio Coloco.
[Arianna Di Genova 29/04/2017]

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Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo