mercoledì 1 giugno 2016

Mystic River La morte non dimentica, Dennis Lehane


Una macchina marrone avanzava lungo la strada, lunga e squadrata come quelle degli investigatori di polizia, una Plymouth o qualcosa del genere. Si fermò a un passo da loro. Dietro al parabrezza, due poliziotti li stavano fissando. Sean avvertì come uno strappo, qualcosa che mutava nell'aria del mattino.
     L'uomo al volante scese dalla macchina. Aveva l'aspetto tipico del poliziotto: capelli biondi e corti, viso paonazzo, camicia bianca, cravatta sintetica nera a strisce gialle, la pancia pesante che ricadeva sulla fibbia della cintura come un sacco di patate. L'altro aveva un'aria poco sana: magro e sciupato, rimase seduto al suo posto, con una mano tra i capelli unti e scuri e lo sguardo fisso nello specchietto laterale per seguire i movimenti dei tre ragazzi.
     Il grassone fece segno loro di avvicinarsi. "Lasciate che vi chieda una cosa, ragazzi..." Si piegò in avanti e la sua grossa testa riempì il campo visivo di Sean. "Vi sembra il caso di fare a botte in mezzo alla strada?"
     Sean notò che aveva un  distintivo dorato attaccato alla cintura, sul fianco.
"Come avete detto? Non ho sentito bene!" Il poliziotto si mise una mano dietro l'orecchio.
     "Nossignore."
     "Nossignore,"
     "Nossignore."
"Siete un branco di teppistelli, eh?" Indicò con il grosso pollice l'altro uomo, seduto in macchina. "Sapete una cosa? Io e il mio collega ne abbiamo fin sopra i capelli dei piccoli delinquenti che danno noia alla brava gente."
      Sean e Jimmy rimasero zitti.
"Ci dispiace" disse Dave Boyle e sembrò sul punto di mettersi a piangere.
     "Abitate in questa via?" chiese il poliziotto, passando in rassegna con lo sguardo le case che si trovavano sul lato sinistro della strada, come se conoscesse ogni singolo inquilino.
     "Si" disse Jimmy e lanciò un'occhiata alle proprie spalle verso la casa di Sean.
"Sissignore" disse Sean.
Dave rimase in silenzio.
Il poliziotto lo guardò. "Come? Hai detto qualcosa, ragazzo?"
Dave si voltò verso Jimmy.
"Non guardare lui, guarda me." Il grassone inspirò profondamente. "Abiti qui ragazzo?"
"Come? No..."
"No?" Il poliziotto si chinò su Dave. "Dove abiti, figliolo?"
     "In Rester Street." Continuava a guardare Jimmy.
"E che cosa ci fa un rifiuto dei Flats qui nel Point?" Il poliziotto fece una smorfia di disgusto. "Non mi pare una buona idea."
"Signore, io..."
"Tua madre è in casa?"
"Sissignore." Una lacrima scivolò lungo la guancia di Dave; Sean e Jimmy si voltarono dall'altra parte.
"Beh, credo proprio che dovremo fare quattro chiacchiere con lei e raccontarle come passa il tempo quel poco di buono di suo figlio."
"Io non... io non..." balbettò Dave.
"Sali in macchina." il poliziotto aprì la portiera posteriore, e Sean avvertì un odore di mele, autunnale, fragrante.
Dave lanciò uno sguardo a Jimmy.
"Sali! Se non vuoi che tiri fuori le manette" ripeté il poliziotto, irritato. Mollò un colpo alla portiera aperta. "Entra, cazzo!"
Dave obbedì. Frignando prese posto sul sedile posteriore.
Il poliziotto puntò un dito tozzo verso Jimmy e Sean.
"Voi due andate a raccontare a vostra madre quello che avete combinato. E non fatevi più beccare a fare a botte nella mia zona."
     Jimmy e Sean indietreggiarono, il poliziotto salì in macchina, mise in moto e si allontanò. I ragazzi guardarono l'auto che raggiungeva l'angolo e svoltava a destra, poi la faccia di Dave, voltata verso di loro, scomparve, e la strada fu di nuovo vuota.In piedi nel punto in cui poco prima c'era la macchina, Jimmy e Sean piantarono lo sguardo a terra, incapaci di guardarsi in faccia. ................
Quattro giorni dopo la sua scomparsa, Dave Boyle tornò, a bordo di una macchina della polizia, seduto sul sedile accanto al conducente. I due agenti che lo riportarono a casa gli permisero di giocherellare con la sirena e di toccare l'impugnatura della pistola agganciata sotto il cruscotto. Gli regalarono un distintivo e, quando svoltarono in Rester Street, trovarono ad attenderli un gruppo di giornalisti e reporter  televisivi pronti ad immortalare l'evento. L'agente Eugene Kubiaki fece scendere Dave dalla macchina  e lo sollevò in alto tra gli applausi prima di consegnarlo alla madre, tremante, indecisa tra l'euforia e il pianto.

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Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo