mercoledì 9 dicembre 2015

Ricordo di Natale, Truman Capote


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Buddy, sette anni, è l’alter ego di Truman Capote, Sook è sua cugina, ha settanta anni. Sono amici per la pelle e, esattamente come gli amici per la pelle condividono momenti speciali, riti che, come i tratti semplici che compongono gli arabeschi estremamente raffinati, spiccano nell’immenso panorama dei ricordi e della memoria. Ricordo di Natale è uno dei tre racconti pubblicati nel 1958 nel volume dal titolo Colazione da Tiffany – un romanzo breve e tre storie – che consacrò Capote come indiscusso talento della letteratura contemporanea.
Non è ancora il Bianco Natale: siamo alla fine di novembre in un paesino dell’Alabama nel profondo sud degli Stati Uniti. Buddy e Sook, vivono come ospiti in casa di disdegnosi parenti che li sopportano a mala pena e si preparano a celebrare un rituale segreto tutto loro per il Natale che si avvicina. La loro complicità fatta di amore ed amicizia è quella che si stabilisce naturalmente tra abbandonati, poveri, e soli, ma ricchi di umanità e di bontà.
Ricordo di Natale - Truman Capote- Beth Peck
Alacremente in silenzio e di nascosto nei boschi, come in un gioco, a raccogliere noci, a tagliare un abete, e con i pochi soldi risparmiati durante l’anno a comperare farina e uvetta e whisky per fare il tipico dolce di Natale: il panfrutto (in inglese fruitcake). Non solo per loro, ma anche per altri. E chi sono gli altri? Vari personaggi che sono entrati di sfuggita nelle loro vite: lontani amici nel Borneo, qualche conoscente, dei viaggiatori di passaggio e infine naturalmente il presidente degli Stati Uniti. Sissignori, il panfrutto viene spedito al presidente Roosevelt (che con carta intestata della Casa Bianca li ringrazia sempre del dono). Il semplice segreto del dono, se aridamente identificato col dare, il ricevere, il ricambiare, viene ridotto di significato; infatti non sono solo le cose, gli oggetti a circolare, ma anche lo spirito del donatore che viaggia insieme al dono, legando gli individui al di là del puro scambio.
Ricordo di Natale - Truman Capote- Beth Peck 
Le tradizioni che divengono riti sono buffe, talmente semplici da intenerire: la caparbia convinzione di Sook di non doversi alzare dal letto il tredici di ogni mese, il confezionare da sé i regali (aquiloni colorati di anno in anno sempre più belli), il preparare i dolci. Azioni cicliche, rassicuranti che contribuiscono a creare l’atmosfera, anch’essa tradizionale, del Natale. Le gote di Buddy sono sempre rosse, le gote di Sook pure: del tipico rossore dell’infanzia per un bimbo e per una donna anziana rimasta bambina. Alle loro gote rosse s’accosta lo scodinzolio del cagnolino col muso teso all’insù; tutti e tre entusiasti di un invidiabile entusiasmo.
 Ricordo di Natale - Truman Capote- Beth Peck
 
In questo racconto giudicato ai tempi “zuccheroso” da alcuni critici, ma diventato negli anni un classico americano che accompagna le festività natalizie, si percepisce anche altro: l’isolamento sociale, la solitudine, la nostalgia dell’infanzia. La lievità di Ricordo di Natale che profuma di noci, dolci e doni è la memoria di Truman Capote stesso – il vero Buddy – di uno dei pochi Natali della sua tragica vita in cui forse fu veramente felice con poco. Da questo racconto di amicizia e purezza sono state tratte varie versioni filmiche e teatrali di cui una famosissima nell’interpretazione della grande Geraldine Page nei panni di Sook, che le è valsa il premio Emmy Award nel 1967 con la voce narrante dello stesso Capote.
Scrittore, giornalista, e drammaturgo, Capote (1924-1984) raggiunge la notorietà negli anni sessanta e settanta con la pubblicazione di Colazione da Tiffany (1958) e con un successivo cambio di stile, quello della narrativa investigativa, con il terribile A sangue freddo (1966) che influenzò successivamente tanta narrativa americana contemporanea.

Gli acquerelli di Beth Peck curano ogni dettaglio: dall’ombra del calzino mal arrotolato all’intreccio dell’impagliatura della carrozzina,alle rose di velluto sbiadito sul cappello di Sook.

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Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo