Dicembre è lo scrigno di ogni festa futura. Se ne
contano i giorni, uno per uno. Quattro sono le settimane dell’Avvento,
quattro le candele che si devono accendere sul davanzale della finestra,
una per ogni domenica. Mentre l’anno e la luce del giorno precipitano
verso il buio, quelle piccole luci coraggiosamente dichiarano una
speranza.
Alfa e Omega, principio e fine, nascita e morte.
E in mezzo il respiro di un’attesa. La parabola
esistenziale di ciascuno di noi è fatta di piccole e grandi sospensioni:
la trepidazione per una nascita, la fiducia in una nuova stagione, la
realizzazione di un progetto, la preghiera per una guarigione, il
desiderio di un ritorno. Aspettare non è mai atto passivo.
Come per i bambini, che a Natale non riescono a star fermi, l’attesa è movimento, creazione, passione.
(Antonia Arslan, Il nuovo calendario dell'Avvento)
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