Rinfrancato dalla sferza del lunedì vi scrivo le consuete poche righe.
Innanzitutto due ricordi, per due grandi musicisti e due compagni ( bella parola da dire ancora, quando ha senso).
Il primo era un mio "eroe". Il contrabbassista, capo orchestra, compositore, cantante, agitatore culturale, comunista americano Charlie Haden.
Haden è stato uno dei più grandi contrabbassisti della storia del Jazz e in questo ruolo ha partecipato da protagonista a tutte le fasi più importanti e salienti della sua storia a partire dalla fine degli anni '50. Per ricordarne solo due è stato il contrabbassista, unico bianco, dei quartetti storici di Ornette Coleman con cui ha inciso, tra gli altri il fondamentale "Free Jazz", ed ha costituito negli anni '70, insieme ad un altro grandissimo, il batterista Paul Motian, la sessione ritmica del quartetto "americano" di Keith Jarrett ( il quarto era il sassofonista Dewey Redman, unico nero, un altro ornettiano) che ancora oggi, dopo più di trenta anni è il gruppo migliore del pianista. Tra l'altro , in modo commovente, i due amici si erano ritrovati nel 2010 a casa di Jarrett incidendo degli straordinari duetti fatti di quel jazz così lirico e soffuso che piace anche a chi di solito non ama il Jazz. Il primo album ricavato dai duetti è intitolato "Jasmine" ed era uscito un paio di anni fa, il secondo è uscito qualche mese prima della sua scomparsa ed è intitolato, ahimè, "Last dance" e non l'ho ancora ascoltato.
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