venerdì 15 aprile 2011

Trilogia della città, KRISTOF



Alcune considerazioni dopo l'incontro dedicato alla Trilogia della città di K. Prendo in considerazione, prima di tutto, il primo capitolo della trilogia, Il grande quaderno. La cosa che colpisce subito, e probabilmente la cifra identificativa dell'autrice, è la scrittura secca e gelida, capace di descrivere gli avvenimenti -e i sentimenti- più crudi e agghiaccianti mantenendo la distanza dell'ironia. Vediamo le situazioni più estreme di dolore, perversione e morte attraverso gli occhi lucidissimi e spietati dei due gemelli durante la loro educazione sentimentale. C'è molta ironia, ma anche tanta crudeltà, e sorridere non è facile. Ci si riesce solo in poche occasioni: sublime, per esempio, la morte del padre... Anche la nonna-baba jaga è un personaggio divertente, presa direttamente dalla fiaba russa classica, dal cui immaginario e dalla cui struttura Il grande quaderno attinge a piene mani. C'è poi il gioco della verità e dell'invenzione, che è molto stimolante, ma: attenzione! Il lettore non saprà mai qual è la verità, quindi, meglio non cercarla a tutti i costi: sarebbe frustrante. La seconda e la terza parte della trilogia sono interessanti (la terza meno della seconda) ma decisamente inferiori alla prima dal punto di vista dello stile e della struttura. Secondo me, c'è un po' troppa psicologia esplicita, e il gioco della verità diventa un po' stucchevole. Comunque, se ancora non l'avete fatto, il consiglio è certamente di leggere questo libro, magari intervallando i tre romanzi con altre letture, e lasciando passare un po' di tempo tra l'uno e l'altro. E' un libro importante, ma se siete in un momento di depressione, forse è meglio aspettare un po'...

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Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo