Libro proposto da Ida
Un altro libro proposto da Rossella
il mese di febbraio ricorderemo Amos Oz scomparso da poco leggendo o rileggendo due dei suoi capolavori
Prossimo incontro dopo l'Epifania discuteremo di un altro classico proposto da Rossella
Prossimo incontro 28 novembre 2018
in ricordo di uno degli scrittori più venerati dalla critica mondiale, l’eterno candidato a un Nobel che però non ha mai vinto
Prossimo incontro di ottobre 2018 dopo la pausa estiva riprendiamo con un classico
Prossimo incontro di giugno 2018 e pausa estiva
proposto da Silvia leggeremo
Prossimo incontro di giugno 2018 e pausa estiva
proposto da Silvia leggeremo
Prossimo incontro di maggio 2018
proposto da Ida leggeremo
Prossimo incontro di aprile 2018
sotto la guida di Andrea
Kazuo Ishiguro "COME RAIN COME SHINE" in (Notturni)
prossimo incontro di febbraio 2018
proposto da Rossella
prossimo incontro di gennaio 2018
proposto da Roberta
Finalista Premio Strega 2013. "Sofia si veste sempre di nero" è la nuova prova narrativa di Paolo Cognetti, autore di "Manuale per ragazze di successo" e "Una cosa piccola che sta per esplodere". Nei suoi racconti, cesellati con la finezza di Carver e Salinger, Cognetti ha saputo rappresentare con sorprendente intensità l'universo femminile. Ed è ancora una donna la protagonista del suo nuovo libro, un romanzo composto da dieci racconti autonomi che la accompagnano lungo trent'anni di storia: dall'infanzia in una famiglia borghese apparentemente normale, ma percorsa da sotterranee tensioni, all'adolescenza tormentata da disturbi psicologici, alla liberatoria scoperta del sesso e della passione per il teatro, al momento della maturità e dei bilanci. Con la sua scrittura precisa e intensa, Cognetti ci regala il ritratto di una donna torbida e inquieta, capace di sopravvivere alle proprie nevrosi e di sfruttare improvvisi attimi di illuminazione fino a trovare, faticosamente, la propria strada.
Carissim*,
ci vediamo
domenica prossima, 3 dicembre, dalle 21 in poi, a casa di Francesca per
discutere insieme della parola BOSCO. Portate con voi testi, idee,
suggestioni per una passeggiata tra natura e letteratura.
A presto
Silvia
E' tutto pronto.
Si riprende.
Appuntamento da Silvia per commentare questo taccuino dove Brodskij annota
pensieri ed episodi delle sue frequenti incursioni veneziane, la città
che più di ogni altra si approssima ad un “Paradiso visivo”, “la città
dell’occhio”, dove le altre facoltà vengono in seconda linea :
In questa città l’occhio acquista un’autonomia simile a quella di una lacrima. L’unica differenza è che non si stacca dal corpo, ma lo subordina totalmente. Dopo un poco – il terzo o il quarto giorno dopo l’arrivo – il corpo comincia a considerarsi semplicemente il veicolo dell’occhio, quasi un sottomarino rispetto al suo periscopio che ora si dilata e ora si contrae. Certo, ci sarebbero molti bersagli, ma tutti i colpi ricadono sul sottomarino stesso: è il cuore che affonda, o la mente, se si vuole, mentre l’occhio torna sempre a galla.
Prossimo appuntamento il 15 giugno per commentare con l'aiuto di Mauro
Carissime/i,
ci troviamo LUNEDI' 8 MAGGIO, a casa di Monia, solita ora, per parlare di Kent Haruf e della sua TRILOGIA DELLA PIANURA. Leggete il primo della serie (Il Canto della Pianura
-che però in Italia è stato pubblicato come secondo), il secondo, il
terzo, o tutti quanti i romanzi se volete: Monia ci guiderà nella
pianura -un po' desolata- del Colorado, su e giù per la trilogia.
A presto
Silvia
Il prossimo libro che andremo a leggere, proposto da Monia
la data dell'incontro ancora non è stata fissata molto probabilmente sarà maggio
PROSSIMO INCONTRO 13 febbraio
il prossimo libro che ha deciso di condividere con noi Rossella sarà
Molto probabilmete la data del prossimo incomntro è il 30 gennaio. Ci troveremo per discutere il libro scelto per noi da Andrea
il prossimo libro che andremo a commentare sarà quello proposto da Andrea.
Il periodo naturalmente sarà Gennaio ancora da decidere la data
Intanto a tutti Buone Feste
Carissim*,
per prepararci in modo appropriato al Natale, leggeremo UN GIOCO DA BAMBINI,
di James Ballard, scelto da Francesca. Il libro è breve (92 pagine),ed
economico (Feltrinelli ) ma denso e sicuramente origine di stimolante
discussione.
Puntiamo alla metà di dicembre. Fatemi sapere le date vietate e, Francesca, quelle proposte.
A presto
Silvia
http://www.fantascienza.com/439/conoscere-james-g-ballardbr
PROSSIMO INCONTRO 16 NOVEMBRE 2016
Carissim*,
il prossimo incontro sarà mercoledì 16 novembre, per leggere insieme IL POSTO, di Annie Ernaux, proposto da Ida.
Ci troveremo a casa sua, quindi fatemi sapere chi viene.
A presto per conferma e dettagli.
Silvia
E' ora di cominciare!
Scusate
l'inizio pigro, ma gli impegni di tutti, di lavoro e non, hanno
rallentato questa apertura di stagione. Adesso che sono in possesso
delle informazioni necessarie, propongo un primo incontro mercoledì 12 ottobre , per parlare della parola STUPORE. Quale ricordo letterario affiora nelle vostre menti di lettori? Portate tutti i libri che volete: a voi la scelta!
Ci troveremo a casa mia, quindi ho bisogno di una vostra conferma per ragioni logistiche.
Grazie e a presto
Silvia
queste le prime proposte per il prossimo anno o per l'estate
- la parola "Stupore"
- Il defunto odiava i pettegolezzi, SERENA VITALE
- Stoner, JOHN WILLIAMS
- serata dedicata a CERVANTES
- Wisława Szymborska
E’ una storia d’amore, scrive Tahar Ben Jelloun, scrittore e poeta
marocchino molto amato anche per il suo impegno contro il razzismo (“Il
razzismo spiegato a mia figlia” è un saggio famoso in tutto il mondo).
Una storia d’amore folle e impossibile, che incontra la crudeltà e il
disprezzo degli altri, il razzismo verso una donna somala, che non ha la
pelle bianca, e che darà al marito due gemelli, uno bianco e uno nero.
“Il matrimonio di piacere”, appena pubblicato da La nave di Teseo,
racconta e rivela però soprattutto un’interessante possibilità per gli
uomini musulmani già sposati ma bisognosi di svago, sempre nel rispetto
delle regole: una moglie temporanea, per la durata del soggiorno
all’estero. In questo caso il protagonista del romanzo vive a Fès, in
Marocco, ma viaggia in Senegal per acquistare spezie, e non vuole fare
niente di proibito per la sua religione.
Ha consultato quindi un professore di Teologia, chiedendogli se il “matrimonio di piacere” con una sconosciuta per un periodo di tempo limitato ferirà sua moglie. Il teologo lo tranquillizza: la nozione di piacere è legata alla brevità del legame, e l’essenziale è restare nei limiti della decenza: si fa per godimento e per benessere, ricordandosi di ricompensare le spose di piacere, che vengono prese e poi lasciate, ma se sono fortunate anche riprese durante il viaggio successivo. In questo modo, spiega il teologo, si evita la prostituzione. Il romanzo sull’amore folle si intreccia così alla realtà della moglie per le vacanze, prevista dai musulmani sciiti. “Amir, così rassicurato e tranquillizzato, contrasse in ogni suo viaggio in Africa un matrimonio di piacere, per mettersi al riparo dal peccato”. E sceglieva ogni volta la stessa moglie (che evidentemente era d’accordo, o comunque non protestava). “Fra le sue braccia lui perdeva la testa. Lei gli riservava delle acrobazie sessuali che gli davano un’enorme soddisfazione e lo svuotavano di tutte le energie”. Lei intingeva il dito nel miele e lo imboccava a colazione.
Ha consultato quindi un professore di Teologia, chiedendogli se il “matrimonio di piacere” con una sconosciuta per un periodo di tempo limitato ferirà sua moglie. Il teologo lo tranquillizza: la nozione di piacere è legata alla brevità del legame, e l’essenziale è restare nei limiti della decenza: si fa per godimento e per benessere, ricordandosi di ricompensare le spose di piacere, che vengono prese e poi lasciate, ma se sono fortunate anche riprese durante il viaggio successivo. In questo modo, spiega il teologo, si evita la prostituzione. Il romanzo sull’amore folle si intreccia così alla realtà della moglie per le vacanze, prevista dai musulmani sciiti. “Amir, così rassicurato e tranquillizzato, contrasse in ogni suo viaggio in Africa un matrimonio di piacere, per mettersi al riparo dal peccato”. E sceglieva ogni volta la stessa moglie (che evidentemente era d’accordo, o comunque non protestava). “Fra le sue braccia lui perdeva la testa. Lei gli riservava delle acrobazie sessuali che gli davano un’enorme soddisfazione e lo svuotavano di tutte le energie”. Lei intingeva il dito nel miele e lo imboccava a colazione.
Amir ci teneva a essere in regola con i precetti della sua religione,
quindi bisognava ogni volta rinnovare il contratto provvisorio alla
moschea, per non vivere fuori dalla legalità. Fino a che lui si innamora
follemente e decide di sposarla in tutti i sensi (qui iniziano i
problemi di razzismo). In queste leggi però non c’è traccia della
possibilità, nemmeno romanzata, per la donna che non voglia vivere fuori
dalla legalità, di prendersi anch’ella un marito, o anche solo un
fidanzato per le stesse vacanze, per i viaggi di lavoro, per le lunghe
assenze, un uomo che le riservi acrobazie sessuali che la svuotano di
tutte le energie, e che la nutra con il miele intingendo il dito nel
barattolo.
Clara è magnetica. Illumina le stanze in cui entra
o le oscura, a seconda della tempesta che l'accompagna.
L'ultima volta che l'hanno vista viva, camminava nuda
nel centro della statale Bari-Taranto.
Questa è la storia di due giovinezze, una famiglia,
una città, delle colpe dei padri annidate nella
debolezza dei figli, di un mondo dove il denaro può
aggiustare ogni cosa fino all'attimo preciso in cui
è già troppo tardi.
Al centro c'è un corpo di donna chiuso nello sguardo
di tutti quelli che hanno creduto di poterlo possedere,
e intorno l'abissale cruenta vanità del potere.
Mobile e intenso, La ferocia è un libro che
costruisce un mondo - il nostro.
Ifemelu ha una borsa di studio a Princeton ed è
l'autrice di «Razzabuglio», un blog di largo seguito
che denuncia con pungente leggerezza i pregiudizi
ancora diffusi negli Stati Uniti. Ne ha fatta di strada
da quando, tredici anni prima, appena arrivata dalla
Nigeria, faticava a pagare l'affitto e si sforzava di
adeguare accento e aspetto agli standard americani.
Eppure c'è qualcosa che Ifemelu non riesce a
dimenticare. In fondo al cassetto della memoria
conserva ancora il ricordo di Obinze, il ragazzo
voluto fin dal primo istante e poi lasciato senza
una spiegazione, con un taglio netto frutto della
vergogna. Tornare indietro nel tempo è impossibile,
ma non nello spazio. Contro il buon senso e il parere
di tutti, Ifemelu sale su un aereo per Lagos
intenzionata a riprendere il filo di una storia interrotta.
L'amica geniale comincia seguendo le due protagoniste
bambine, e poi adolescenti, tra le quinte di un rione miserabile della
periferia napoletana, tra una folla di personaggi minori accompagnati
lungo il loro percorso con attenta assiduità. L'autrice scava intanto
nella natura complessa dell'amicizia tra due bambine, tra due ragazzine,
tra due donne, seguendo passo passo la loro crescita individuale, il
modo di influenzarsi reciprocamente, i buoni e i cattivi sentimenti che
nutrono nei decenni un rapporto vero, robusto. Narra poi gli effetti dei
cambiamenti che investono il rione, Napoli, l'Italia, in più di un
cinquantennio, trasformando le amiche e il loro legame. E tutto ciò
precipita nella pagina con l'andamento delle grandi narrazioni popolari,
dense e insieme veloci, profonde e lievi, rovesciando di continuo
situazioni, svelando fondi segreti dei personaggi, sommando evento a
evento senza tregua, ma con la profondità e la potenza di voce a cui
l'autrice ci ha abituati... Non vogliamo dirvi altro per non guastare il
piacere della lettura.
Torniamo invece all'inizio. Dicevamo che L'amica geniale
appartiene a quel genere di libro che si vorrebbe non finisse mai. E
infatti non finisce. O, per dire meglio, porta compiutamente a termine
in questo primo romanzo la narrazione dell'infanzia e dell'adolescenza
di Lila e di Elena, ma ci lascia sulla soglia di nuovi grandi mutamenti
che stanno per sconvolgere le loro vite e il loro intensissimo rapporto.
Altri romanzi arriveranno nel giro di pochi mesi, per raccontarci la
giovinezza, la maturità, la vecchiaia incipiente delle due amiche.
Godiamoci dunque anche questo altro tratto, che è costitutivo del
vero lettore: il piacere assaporato e poi dilazionato, l’attesa del
seguito, la speranza, tra le tante amarezze di oggi, di un po’ di dolce
nel prossimo futuro.
Sono passati 120 anni da quando Chambers ha pubblicato Il Re Giallo. In
questo lungo periodo l’opera ha dimostrato una vitalità eccezionale,
spargendo ovunque germi fecondi. Sono noti i suoi influssi sulla
letteratura del Novecento, mentre molti elementi della sua fantasia nera
si ritrovano fra le pieghe della sceneggiatura di True Detective, la
serie televisiva più magnificata dalla critica internazionale: • la
presenza del soprannaturale • le paure esistenziali • la mitica città di
Carcosa • i simboli disegnati sui cadaveri • ...e numerosi altri che il
lettore potrà divertirsi a rintracciare. UN LIBRO MALEDETTO, CAPOLAVORO
DELLA LETTERATURA GOTICA Questa raccolta di dieci racconti fantastici,
caratterizzati dal gusto per il soprannaturale, il mistico e il macabro,
rievocano atmosfere vicine alle narrazioni di Edgar Allan Poe. Chambers
ha lasciato il segno nella letteratura horror del Novecento e in
particolare nel maestro del mistero e del terrore H.P. Lovecraft, che ha
affermato: «Quest’opera raggiunge vertici straordinari di paura
cosmica». Giustamente famosi sono i racconti che hanno come filo
conduttore Il Re Giallo, una fantomatica tragedia che induce alla pazzia
tutti coloro che la leggono. «Al primo sguardo mi accorsi che era stata
punita per la sua imprudenza. Il Re Giallo giaceva ai suoi piedi, ma il
libro era aperto sulla seconda parte. Guardai Tessie e capii che era
troppo tardi...» Robert W. Chambers
Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino e vive in perfetta simbiosi con il suo iPod. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori "una specie protetta che speri si estingua definitivamente". Così, quando arriva un nuovo supplente di storia e filosofia, lui si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva. Ma questo giovane insegnante è diverso: una luce gli brilla negli occhi quando spiega, quando sprona gli studenti a vivere intensamente, a cercare il proprio sogno. Leo sente in sé la forza di un leone, ma c'è un nemico che lo atterrisce: il bianco. Il bianco è l'assenza, tutto ciò che nella sua vita riguarda la privazione e la perdita è bianco. Il rosso invece è il colore dell'amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice. Perché un sogno Leo ce l'ha e si chiama Beatrice, anche se lei ancora non lo sa. Leo ha anche una realtà, più vicina, e, come tutte le presenze vicine, più difficile da vedere: Silvia è la sua realtà affidabile e serena. Quando scopre che Beatrice è ammalata e che la malattia ha a che fare con quel bianco che tanto lo spaventa, Leo dovrà scavare a fondo dentro di sé, sanguinare e rinascere, per capire che i sogni non possono morire e trovare il coraggio di credere in qualcosa di più grande.
23 maggio 1992, la scuola sta per finire: un gruppo di liceali palermitani sta festeggiando in piscina, quando dalla tv giungono le immagini della strage di Capaci. Federico è uno di quei ragazzi. Porta il nome di un sovrano antico, e come lui ama la letteratura e la sua terra. Mesi dopo, alla fine di un nuovo anno scolastico, proprio mentre si prepara ad andare a Oxford per un mese di studio, Federico incontra “3P”, il prof di religione: lo chiamano così perché il suo nome intero è Padre Pino Puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l’invito ad andare a Brancaccio a dargli una mano con i bambini del centro Padre Nostro, che don Pino ha inaugurato per strapparli alla ai “padrini” del quartiere, parodia violenta della paternità. Quando Federico attraversa il passaggio a livello che porta a Brancaccio, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita, quella vera. Quella sera tornerà a casa senza bici – gliela rubano -, con il labbro spaccato da un pugno e con la sensazione di dover ricominciare da capo: dal buio dei vicoli controllati da uomini senza scrupoli come il Cacciatore, ‘U turco, Nuccio; dalle vite spesso disperate, sempre durissime, ma talora felici di Francesco, Maria, Dario, Serena e tanti altri; ma anche da Lucia, ragazza dagli occhi pieni di coraggio e limpidezza… Fino al 15 settembre 1993: il giorno del cinquantaseiesimo compleanno di padre Pino, lo stesso in cui viene ucciso. Il giorno in cui la bellezza e la speranza per Palermo restano affidate alle sue mani di ragazzo, chiamato a cercare e difendere ciò che, in mezzo all’inferno, inferno non è.
22 Giugno da Francesca Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino e vive in perfetta simbiosi con il suo iPod. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori "una specie protetta che speri si estingua definitivamente". Così, quando arriva un nuovo supplente di storia e filosofia, lui si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva. Ma questo giovane insegnante è diverso: una luce gli brilla negli occhi quando spiega, quando sprona gli studenti a vivere intensamente, a cercare il proprio sogno. Leo sente in sé la forza di un leone, ma c'è un nemico che lo atterrisce: il bianco. Il bianco è l'assenza, tutto ciò che nella sua vita riguarda la privazione e la perdita è bianco. Il rosso invece è il colore dell'amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice. Perché un sogno Leo ce l'ha e si chiama Beatrice, anche se lei ancora non lo sa. Leo ha anche una realtà, più vicina, e, come tutte le presenze vicine, più difficile da vedere: Silvia è la sua realtà affidabile e serena. Quando scopre che Beatrice è ammalata e che la malattia ha a che fare con quel bianco che tanto lo spaventa, Leo dovrà scavare a fondo dentro di sé, sanguinare e rinascere, per capire che i sogni non possono morire e trovare il coraggio di credere in qualcosa di più grande.
23 maggio 1992, la scuola sta per finire: un gruppo di liceali palermitani sta festeggiando in piscina, quando dalla tv giungono le immagini della strage di Capaci. Federico è uno di quei ragazzi. Porta il nome di un sovrano antico, e come lui ama la letteratura e la sua terra. Mesi dopo, alla fine di un nuovo anno scolastico, proprio mentre si prepara ad andare a Oxford per un mese di studio, Federico incontra “3P”, il prof di religione: lo chiamano così perché il suo nome intero è Padre Pino Puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l’invito ad andare a Brancaccio a dargli una mano con i bambini del centro Padre Nostro, che don Pino ha inaugurato per strapparli alla ai “padrini” del quartiere, parodia violenta della paternità. Quando Federico attraversa il passaggio a livello che porta a Brancaccio, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita, quella vera. Quella sera tornerà a casa senza bici – gliela rubano -, con il labbro spaccato da un pugno e con la sensazione di dover ricominciare da capo: dal buio dei vicoli controllati da uomini senza scrupoli come il Cacciatore, ‘U turco, Nuccio; dalle vite spesso disperate, sempre durissime, ma talora felici di Francesco, Maria, Dario, Serena e tanti altri; ma anche da Lucia, ragazza dagli occhi pieni di coraggio e limpidezza… Fino al 15 settembre 1993: il giorno del cinquantaseiesimo compleanno di padre Pino, lo stesso in cui viene ucciso. Il giorno in cui la bellezza e la speranza per Palermo restano affidate alle sue mani di ragazzo, chiamato a cercare e difendere ciò che, in mezzo all’inferno, inferno non è.
Lars Gustafsson
L'UOMO SULLA BICICLETTA BLU
Al di là del fatto che è la conferenza che chiude idealmente il
corso di storia del cinema che ho tenuto all'ARCI da gennaio ad oggi (
chiude il 14) e che quindi mi sentirete presentare il relatore per circa
un minuto, avevre Vittorio Boarini è un evento che mi ha onorato.
Ma, insomma, è un evento per tutti quelli che vanno ancora al cinema
E' bravissimo, estremamente competente ma anche divertente e
appssionante. E, il che non guasta, un vero pezzo della Storia del
cinema nel nostro paese.
Per cui, vi aspetto.
ciao
Andrea
Appuntamento
15 maggio dalle 10.00 alle 13.00
Centro Servizi Polivalente
Piazza Tien An Men Rovigo
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