martedì 2 luglio 2024

Scompartimento n. 6 di Rosa LIKSOM

 Carissime/i

con Rossella saliremo su un treno che avanza verso il circolo artico.

Due estranei condividono un viaggio che cambierà il loro punto di vista sulla vita. 

Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes, ha ottenuto 3 candidature agli European Film Awards, ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, ha ottenuto 1 candidatura a Satellite Awards, ha ottenuto 1 candidatura a British Independent, ha ottenuto 1 candidatura a Spirit Awards, In Italia al Box Office Scompartimento n.6 ha incassato 486 mila euro . 


Quando nel 2011 Rosa Liksom, scrittrice finlandese già affermata in patria, pubblicò  Scompartimento N.6, l’editore giudicò l’opera troppo anomala per arrivare a un grande successo. Il linguaggio aspro, scabro, sebbene poetico, ma soprattutto l’ambientazione – l’Unione Sovietica degli anni ’80, una potenza sull’orlo della dissoluzione – lo avrebbero probabilmente reso indigesto ai finlandesi, memori delle tensioni della Guerra fredda.

L’omonimo film, liberamente ispirato al romanzo, valso al regista finlandese Juho Kuosmanen il Gran premio della Giuria all’ultimo Festival di Cannes, ha acceso nuovamente i riflettori sul piccolo capolavoro che la Liksom ha saputo generare.

Un romanzo denso di immagini, odori, giochi di luce e paesaggi sconfinati che ci ha fornito l’ispirazione per approfondire una terra inesplorata.

Scompartimento N.6 di Rosa Liksom: la trama del libro

Due sconosciuti si trovano, loro malgrado, a condividere l’angusto scompartimento n°6 del leggendario treno che percorre la tratta Transiberiana da Mosca a Ulan Bator, capitale della Mongolia. Lei, finlandese studentessa di archeologia, timida e introversa; lui, metalmeccanico russo, plasmato secondo la forma mentis della grande macchina sovietica. La convivenza, che inizialmente appare impossibile, lungo il viaggio diviene più tollerabile, e, fermata dopo fermata, le teorie scioviniste e maschiliste del russo Vadim, lasciano il posto alla disperazione di un amore, quello per la Madre Russia, inesorabilmente fallito e annegato nella vodka.

“Si allontana l’Unione Sovietica, una terra stanca, sporca, e il treno s’immerge nella natura, avanza pulsando attraverso un paese sabbioso, deserto. Tutto è in movimento: la neve, l’acqua, l’aria, gli alberi, le nubi, il vento, le città, i villaggi, gli uomini e i pensieri.”

Un romanzo più che attuale a trent’anni dalla caduta del Regime Sovietico

Scompartimento n°6 è soprattutto un viaggio nelle città siberiane dai nomi ostici e dall’edilizia distopica, nel respiro immenso e gelido della natura boreale, nelle tradizioni di un mondo rurale e di un’epoca per molti ancora poco nota. Le atmosfere tossiche della colonizzazione industriale targata URSS, le dinamiche di un sistema politico oppressivo e indifferente, e gli impeti di orgoglio e autodistruzione del popolo russo, fanno da cornice a un racconto costellato da una miriade di citazioni e riferimenti popolari.

Come la cucina – i pirozhki, fagottini ripieni di carne simili alle nostre focaccine, o il kvass, una sorta di birra prodotta in casa e ottenuta dalla fermentazione del pane – o gli oggetti comuni dell’epoca; come le pesanti sigarette Belomorkanal che i metalmeccanici russi consumavano in grande quantità, o gli abiti popolari che Vadim indossa identificando immediatamente il suo ceto sociale.

Scompartimento N.6: un esperimento semantico ricco di interconnessioni artistiche

A trent’anni dalla caduta del regime sovietico, il romanzo della Liksom risulta ancor più attuale per la capacità di connettersi ad altri progetti artistici che evocano gli stessi luoghi. Leggendolo ci è sembrato inevitabile ripensare alle immagini e alle riflessioni del fotografo russo Sergej Ponomarev, incaricato da Apple di realizzare un fotoreportage dei sette gioni di viaggio in treno lungo la transiberiana, armato unicamente del proprio smartphone.

I casolari in fiamme, che talora illuminano la taiga all’orizzonte, ricordano Motherland, ambizioso progetto di Fotografia Europea 2018 Non ci stupirebbe poi di trovare Vadim il russo in Transnistria, tra i criminali di Educazione Siberiana, il romanzo di Nicolai Lilin da cui è tratto l’omonimo film di Gabriel Salvadores. E tra i passeggeri in viaggio ci avrebbe sorpreso David Bowie, immortala in alcuni scatti memorabi nel 1973, quando attraversò in segreto l'Unione Sovieticamdi ritorno da una tourée in Giappone.

“Scompartimento n°6” è un racconto che ben presto esce dallo spazio claustrofobico del vagone del treno per connettersi al mondo che attraversa, come una finestra temporale che consente al lettore un’incursione in un passato ancora così attuale.

“Quando si passa così tanto tempo all’interno di un treno, si raggiunge uno stato d’animo strano… Non si è più a casa. Ma non si è ancora arrivati da nessuna parte. Tutto è uguale, ma al contempo tutto cambia: il paesaggio, la gente… Anche il tempo assume un aspetto incostante.” (Sergej Ponomarev).

[Silvia Ognibene e Natale Vazzana]

 

Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo