mercoledì 13 settembre 2017

Sant’Anna Arresi oltre l’avanguardia, trentaduesimo festival jazz

Che sia Lean Left a interpretare meglio lo spirito del 32esimo festival jazz di Sant’Anna Arresi? Non è certo. Anzi è certo che Summit Quartet è allo stesso livello di connessione interpretativa. Il mondo sta attraversando una terribile fase regressiva, i diritti umani sono negati, le rivoluzioni sociali degli anni ’60 del secolo scorso sono vanificate: così recita il documento introduttivo della rassegna. Colleghiamoci allora idealmente a un autore, Max Roach, che con una sua opera, We insist! Freedom now suite, provò in tempi lontani a tradurre in musica la ribellione alle oppressioni e il desiderio di libertà. Quindi festival dedicato a Roach.
Ma interpretare vuol dire andare oltre, proiettare il proprio essere contemporanei. Quello fanno i due ensemble nominati. Si misurano senza paura con le possibilità tuttora illimitate di quella che un tempo si chiamava avanguardia. Un tempo, mica tanto tempo fa. Prima che certi censori linguistici tentassero di mettere al bando l’uso della parola. Due quartetti. Lean Left – azzardiamo – sostiene la bellezza e proficuità della «potenza destituente», Summit Quartet si schiera con le stesse motivazioni di poetica dalla parte del «potere costituente».
Insomma, gli accenti del primo gruppo sanno di distruzione, sono più «punk», quelli del secondo gruppo fanno intravvedere nuove forme di vita (stabili/mobili), sono più «post-free». Ma in entrambi c’è una struttura informale delle opere, un alternarsi di furore e meditazione, una pregnanza del pensiero. Fanno capire che la contrapposizione di «potenza destituente» e «potere costituente» potrebbe essere superata invece che mostrarsi, in politica rivoluzionaria, nella forma di due sette impegnate a scomunicarsi a vicenda. Ken Vandermark (sax tenore e clarinetto) suona nell’uno e nell’altro ensemble. Ecco il personaggio che potrebbe unificare le due aree sovversive. Con lui in Lean Left ci sono Terrie Ex (chitarra), Andy Moor (chitarra), Paal Nilssen-Love (batteria). Le parti percussive della chitarra di Ex, ottenute con la bacchetta da batterista sulle corde, attirano l’attenzione in modo speciale. Sia nel pieno del delirio collettivo sia negli «intermezzi» di quiete riflessiva.
Musica in prevalenza fatta di strappi, di blocchi sonori bruscamente messi in circolo, di note ribadite convulsamente. Però è fatta anche di una fioritura di melodie «perse» al clarinetto, di battiti cupi sulla grancassa. Visivamente i Lean Left sono splendidi inquietanti. Non un sorriso, attentissimi, Terrie Ex, showman surreale punk che ondeggia da un capo all’altro del palco. Ma era dai tempi di Derek Bailey che non si sentivano assoli di chitarra avant-garde così interessanti. Vandermark nel Summit Quartet è scorrevole e lirico (nella rivolta) e Mats Gustafsson (sax baritono) cerca e trova laceranti spunti di lirismo ayleriano. I due fiati vanno spesso in contrappunto acceso/disteso, suonano duetti rabbiosi/amorosi.
[13/09/23017 Mario Gamba]

Nessun commento:

Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo