giovedì 31 luglio 2014

Domani, Joseph Conrad

"E' un impiccio quello in cui mi trovo, e tocca a te tirarmene fuori." Lui stava tentando di scoprirle il viso. Lei opponeva resistenza. Allora la lasciò andare e indietreggiò un poco domandò: " Hai dei soldi? Me ne devo andare adesso."
Lei annuì rapidamente con il volto pieno di vergogna, e lui attese con lo sguardo distolto mentre lei, tremando e piegando il collo, si sforzava di trovare la tasca del vestito.
   "Ecco!" sussurrò. "Oh, andate via! Andate via, per l'amor di Dio! Se ne avessi di più.... di più... ve lo darei per dimenticare... per farvi dimenticare.
   Lui allungò la mano. "Figurarsi! Non ho mai dimenticato nessuna di voi. Alcune mi hanno dato qualcosa di più del denaro... ma adesso sono uno straccione... e voi donne mi avete sempre dovuto trarre d'impiccio."
   Si avvicinò con fare da spaccone alla finestra del salotto e, nella luce incerta che filtrava attraverso la tenda, guardò la moneta nella palma della mano. Era una mezza sovrana. Se la fece scivolare in tasca. Lei se ne stava un poco da parte, con la testa chinata, come se fosse stata ferita; le braccia pendevano inerti lungo i fianchi, come se fosse morta.
   "Il denaro non può trattenermi" disse lui "e non può riscattarti".
Si calcò il cappello sul capo con un colpetto deciso, e un attimo dopo lei si sentì sollevata dalla forte stretta delle sue braccia. I piedi le si staccarono dal terreno; la testa le si reclinò indietro; lui le coprì il viso di baci con un ardore silenzioso e travolgente, come se sentisse  l'urgenza di arrivare nel più profondo della sua anima. Le baciò le pallide guance, la fronte decisa, le palpebre pesanti, le labbra livide; e i colpi ritmici e i sospiri dell'alta marea assecondavano la forza delle braccia che la stringevano, il potere irresistibile delle carezze di lui. Era come se il mare, abbattendo il muro che proteggeva le case della città, l'avesse avvolta con un'ondata. Passò. Lei barcollò indietro, con le spalle  al muro stremata, come se fosse stata portata lì in secca dopo una tempesta e un naufragio.
   Aprì gli occhi dopo un momento; e ascoltando i passi sicuri, senza fretta, che si allontanavano con il loro bottino, raccolse le gonne con lo sguardo fisso davanti a sé. Poi si precipitò attraverso il cancello aperto nella strada buia e deserta.
"Fermatevi!" gridò. "Non ve ne andate!"
E ascoltando con un contegno attento del capo, non capì se era il rumore ritmico del moto ondoso oppure il fatale passo di lui che sembrava ricadere crudelmente sul suo cuore. Tutti i rumori si andavano affievolendo, come se lentamente lei si stesse trasformando in pietra. La invase il terrore di quel silenzio spaventoso... più forte del terrore della morte. Ricorse alle forze che ormai le venivano meno per l'ultima invocazione; "Harry!".
   Nemmeno l'eco lontana di un passo. Nulla. Anche lo strepito dei frangenti, la voce stessa del mare agitato, sembrava essere cessato. Non si udiva alcun suono... nessuna traccia di vita, come se si trovasse sola e sperduta in quel paese pietroso del quale aveva sentito raccontare, dove degli uomini senza senno vanno alla ricerca dell'oro e poi disdegnano ciò che hanno trovato.  
 
 

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