Questo blog accoglie la nuova avventura di quelli di Sguardi d’Altrove, e il Reverendo Dogdson, con i suoi dubbi sulla realtà, si aggiunge al nostro olimpo di numi tutelari. Non dimentichiamo gli autori che più spesso ci hanno accompagnati nel viaggio di Sguardi d’Altrove, anzi, da loro ripartiamo. Quindi, un pensiero affettuoso e ammirato, in particolare, ad Alan Bennet a alla sua Sovrana Lettrice, mantenendo ben fermo il principio che ragguagliare non è leggere.
Quaderni giappones, Igort
Il Giappone era diventato per me lo scrigno dei desideri e soprattutto
il paradiso dei disegnatori. Inebriato dalle vecchie stampe giapponesi,
mi ero addentrato in quel mondo di segni apparentemente semplici che
celavano una sapienza misteriosa. Avevo convinto me stesso e i miei
editor della Kodansha che nella mia vita precedente ero stato
giapponese. Loro,cerimoniosi, mi avevano accolto con un inchino: ‘Noi
giapponesi siamo lieti di lavorare con Lei, che a sua volta, nella vita
precedente, è stato giapponese’. Adoravo quelle persone, ironiche e
lievi, ma dedite al lavoro con un rigore che non avevo mai visto
prima. In quel soggiorno il mal di Giappone prese ad avvolgermi, sotto
la sembianza di una dolce malinconia. Mi rattristava la bellezza antica
di questa o quella casa di legno e carta di riso, che scorgevo di tanto
in tanto nel mio quartiere. Evocava un passato perduto”.
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