Un giorno Don Polonio arriva a bottega e
chiede a Masello una nuova statua della Madonna dell’Aiuto perchè la
vecchia si è rotta. Dopo mesi di lavoro, in cui si arriva addirittura a
selezionare il tipo di testi scritti da macerare per avere una
cartapesta migliore, – facendo sapiente ironia sull’attuale letteratura
giornalistica e di intrattenimento delle patrie lettere, – la nuova
Madonna appare in chiesa. Ma crea perplessità tra i fedeli. È troppo in
carne, troppo gioiosa e sorridente, rispetto alle pie Madonne della
tradizione.
LO STESSO si potrebbe
dire di questo spettacolare romanzo d’esordio, che esibisce come suo
vero personaggio principale una lingua madre sontuosa e magmatica,
gaddiana, a tratti quasi dantesca, che prende per mano il lettore e lo
strattona in incursioni mirabolanti, come nel finale, con una bara che
non passa dalla porta di casa e navigherà di mano in mano sui tetti del
paese: un altro piccolo capolavoro comico e descrittivo.
Fabio Greco è nato a Saronno nel 1977.
Ha vissuto nel Salento, ma oggi abita e lavora come biologo in Essex,
Inghilterra. Finalista alla XXVII edizione del premio Italo Calvino,
questo suo primo romanzo ci racconta di un Salento inedito, certamente
meno patinato di quello a cui ci ha abituato il recente cinema italiano.
Qui il Sud Italia è tutto sospeso tra allucinazione e realtà, tragedia e
commedia. E il virtuosismo linguistico non è mai fine a se stesso. Al
contrario, nel libro sono tanti gli episodi e, soprattutto, i personaggi
memorabili. Due su tutti. Entrambi femminili. La vecchia Amanda che
vede nell’improvvisa morìa di meduse sulla spiaggia un inequivocabile
segno di malasorte e, non a caso, definisce il mare «puttano». E
Mariabbondanza, di cui Masello si invaghisce, una venere giunonica che
va a pescare da sola, una valchiria di un’opulenza che stride con la
sterile povertà di un meridione sospeso tra neoneorealismo,
iper-realismo e surrealismo. Il primo libro di Fabio Greco è un piccolo e
raro gioiello letterario.
Nessun commento:
Posta un commento