sabato 7 gennaio 2017

Il nome dell'isola, Fabio Greco

Ambientato nell’Isola delle Pazze, – frammento del Salento che esiste davvero, – il protagonista del primo romanzo del giovane Fabio Greco, Il nome dell’isola (Autori riuniti, pp. 125, euro 14), si chiama Masello ed è uno scultore di cartapesta. Il suo principale committente è Don Polonio, in perenne ritardo nei pagamenti.
Un giorno Don Polonio arriva a bottega e chiede a Masello una nuova statua della Madonna dell’Aiuto perchè la vecchia si è rotta. Dopo mesi di lavoro, in cui si arriva addirittura a selezionare il tipo di testi scritti da macerare per avere una cartapesta migliore, – facendo sapiente ironia sull’attuale letteratura giornalistica e di intrattenimento delle patrie lettere, – la nuova Madonna appare in chiesa. Ma crea perplessità tra i fedeli. È troppo in carne, troppo gioiosa e sorridente, rispetto alle pie Madonne della tradizione.
LO STESSO si potrebbe dire di questo spettacolare romanzo d’esordio, che esibisce come suo vero personaggio principale una lingua madre sontuosa e magmatica, gaddiana, a tratti quasi dantesca, che prende per mano il lettore e lo strattona in incursioni mirabolanti, come nel finale, con una bara che non passa dalla porta di casa e navigherà di mano in mano sui tetti del paese: un altro piccolo capolavoro comico e descrittivo.
Fabio Greco è nato a Saronno nel 1977. Ha vissuto nel Salento, ma oggi abita e lavora come biologo in Essex, Inghilterra. Finalista alla XXVII edizione del premio Italo Calvino, questo suo primo romanzo ci racconta di un Salento inedito, certamente meno patinato di quello a cui ci ha abituato il recente cinema italiano. Qui il Sud Italia è tutto sospeso tra allucinazione e realtà, tragedia e commedia. E il virtuosismo linguistico non è mai fine a se stesso. Al contrario, nel libro sono tanti gli episodi e, soprattutto, i personaggi memorabili. Due su tutti. Entrambi femminili. La vecchia Amanda che vede nell’improvvisa morìa di meduse sulla spiaggia un inequivocabile segno di malasorte e, non a caso, definisce il mare «puttano». E Mariabbondanza, di cui Masello si invaghisce, una venere giunonica che va a pescare da sola, una valchiria di un’opulenza che stride con la sterile povertà di un meridione sospeso tra neoneorealismo, iper-realismo e surrealismo. Il primo libro di Fabio Greco è un piccolo e raro gioiello letterario.

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Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo