Il
romanzo di Salvatore Niffoi "Ritorno a Baraule" potrebbe essere
definito un giallo: ma non un poliziesco, non ci sono ispettori, né
polizia che indagano, ma c'è un delitto: una donna viene uccisa, si
hanno dei sospetti su colui che ha compiuto il crimine....la gente del
paese sa, ma nessuno parla.
C'è
un uomo Carmine Pullana, che a distanza di anni, decide di indagare sul
crimine compiuto e si reca dal continente dove ha svolto, con successo,
l'attività di medico chirurgo famoso come "il salvatore dei bambini col
cuore guasto", a Baraule per scoprire la verità.
"Ritorno
a Baraule" è ambientato in Sardegna, che fa da sfondo a tutto il
romanzo con i suoi paesaggi aspri e selvaggi: il mare, il maestrale, il
caldo, i profumi di muggini, di vernaccia e la lingua. Salvatore Niffoi,
utilizza i termini sardi un po' alla maniera di Camilleri con il
siciliano, costruendo un romanzo sulla ricerca delle radici per trovare
il senso di un'intera esistenza.
"Oh, ma di chi sono figlio io? Chi mi ha messo al mondo? Dove sono nato? Sono veramente il figlio di Bertu Mazza e Sidora Molas?
Tutte
queste domande avevano bisogno di risposte così Carmine Pullana era
tornato a Baraule per trovare se stesso, per tentare di recuperare i
tasselli che mancavano al mosaico della sua identità e per poter morire
in pace.
Carmine
viene così a chiacchierare con diverse persone del paese. Niffoi
introduce nel romanzo, che pur avendo Carmine, come protagonista, una
serie di personaggi che tratteggia magistralmente " ..da Ilaria Arghentu
vedova, venditrice di muggini e anguille, con cui passa una "piacevole"
serata. E' lei la prima persona che gli farà vedere per la prima volta
una moneta: era un genoino d'argento con delle iniziali scolpite sotto
le quattro torri. Questo oggetto: questa moneta compare più volte nel
romanzo e alla fine si scoprirà il perché.
E' proprio Ilaria che raccolta ciò che una sera gli aveva narrato suo marito Tottoi dicendo:
"Quello
di Biriola, l'autista del postale, a Bertu l'aveva visto proprio mentre
apriva la pancia a Sidora con la leppa per toglierle la creatura e
buttarla lontano. Gliela strappò con una mano sola, così diceva, come si
fa con le interiora dei capretti appena scannati.
Deve
sapere che l'autista di Biriola beveva come perso ed era già brillo
alle sette del mattino: chissà se davvero ha sentito qualcosa o si è
immaginato tutto?"
L'autista
del postale si chiamava Bagliore. Vide la scena da un'altura dove aveva
parcheggiato il postale per farsi una delle bottiglie di birra che si
portava sempre appresso dentro un secchio pieno di scaglie di ghiaccio.
Dentro aveva lasciato solo due passeggieri: due suore.
Suor
Elisabetta Puddergiu e suor Mariangela Trubbas erano sulla corriera per
un pellegrinaggio al santuario di S. Maria di Banturas e avevano
sentito, così come il guidatore mezzo ubriaco, voci e grida.
Sarà
proprio la lettera scritta dall'autista alle due suore a dare un
elemento importante: il nome del vero padre di Carmine. Già, perché
Carmine non era figlio di Bertu Mazza, ma di Don Micheli Tanchis che,
nascosto dietro il Picco dell'Astore, aveva assistito alla carneficina
senza muovere un dito.
Le
indagini proseguono a Oranzu dove incontra Bantine Costiu che gli
consiglia di chiedere ad Alfredino, il giovane del casotto sul
lungomare. Alfredino è figlio di Mariu Sapa e Ciccita Muscale e la mamma
Ciccita gli raccontava sempre tante cose mentre lo allattava...e
avendolo allattato sino all'età di 7 anni di cose ne aveva sentite
davvero tante.
In
realtà, della vicenda di Bertu Mazza gliene aveva parlato Seppina
Tuberi, donna di una certa età con cui Alfredino aveva una relazione.
E
qui un altro colpo di scena: Don Micheli Tanchis era si innamorato di
Sidora Molas, ma la donna lo ignorava...solo un giorno, ahimè, gli aveva
dato un semplice bacio e il gesto era stato sufficiente perché la gente
iniziasse a fantasticare e sparlare.....
Il
bimbo che, dopo due aborti voluti, Sidora Molas aveva portato in grembo
era figlio di zio Sissino: La verità la sapevano in pochi.....zio
Sissino però ormai non c'è più perché ucciso per vendetta dopo che, a
sua volta, aveva cruentemente ammazzato Bertu Mazza.....resta solo
traccia di un tesoro in una grotta.....Il finale riserva ancora altre
sorprese....
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