lunedì 26 maggio 2025

Appunti dall'ultimo incontro: LE SETTE LUNE DI MAALI ALMEIDA, DI Shehan Karunatilaka

 Se cercavate un libro in cui l’autore vi prende per mano e vi aiuta gentilmente a esplorare il prodotto della sua immaginazione, allora questo libro non fa per voi. Karunatilaka ti abbandona subito nel caos e nei conflitti dello Sri Lanka e dei suoi morti. Se preferite un libro di cui alla fine siete sicuri di avere capito tutto, ancora, questo libro non fa per voi. Dovete essere pronti alla sorpresa e all’imprevedibile, ma una volta che avete assunto l’atteggiamento giusto, la storia vi prenderà e non vi mollerà più. Quindi, mi scuso con il gruppo se a qualcuno non è piaciuto, ma se l’avete abbandonato dopo un po’, vi consiglio di dare al romanzo almeno un’altra possibilità.

Una degli aspetti spiazzanti di questo romanzo è che si tratta di un Cross-genre novel, cioè un testo che mescola vari generi, romanzo storico, realismo magico, ghost story e whodunnit: infatti comincia come una specie di giallo, con il protagonista, morto da poco, che ha sette giorni di tempo per scoprire chi l’ha ucciso, come e perché. Ma la collocazione storica lo rende un romanzo profondamente politico: siamo alla fine degli anni ‘80, e la guerra civile in Sri Lanka va avanti almeno dall’83 e continuerà -ufficialmente- fino al 2009. I contendenti principali sono il governo Sinhala (Cingalese) e i ribelli separatisti Tamil (le Tigri), ma ci sono vari gruppi e varie posizioni politiche coinvolte.

Un elemento fondamentale è l’origine etnica: in Sri Lanka l’etnia più numerosa è quella Sinhala, poi ci sono i Tamil e i Burgher. Se le differenze fisiche non sono sempre evidenti, le etnie si classificano facilmente in base ai nomi, perché Sinhala e Tamil sono lingue molto diverse:il Sinhala è una lingua che appartiene al ceppo Indo-Ariano, anche se si è evoluto diversamente dall’Indù e dal Bengali per ragioni geografiche, mentre il Tamil appartiene al ceppo Dravidico. I Sinhala hanno dei cognomi riconoscibili, mentre i Tamil non hanno veri e propri nomi di famiglia, ma usano di solito il nome del padre come cognome. E poi ci sono i Burgher, un piccolo gruppo euroasiatico che discende dai colonizzatori, soprattutto Portoghesi (i primi ad arrivare all’inizio del ‘500 e a sposare donne Sinhala o Tamil)ed Ebrei Portoghesi, ma anche Olandesi e poi Britannici. Sotto il governo coloniale Britannico, i Burghers avevano una posizione importante nella vita sociale ed economica del paese, proprio per la loro componente europea.

Il protagonista incarna questa complicata situazione, partendo dal suo nome: lui usa Almeida, nome burgher portoghese di sua madre, che è mezza Tamil, ma il suo nome ufficiale è Kalabana, quello Sinhala del padre con cui non ha avuto contatti dall’adolescenza.In questo caso, la sua scelta è personale, non politica, ma le varie discussioni sul suo nome durante la storia lo sono eccome!

Maali stesso ribadisce più volte di essere Srilanchese e che tutti dovrebbero ritenersi tali, lasciando stare gli assurdi scontri etnici che, insieme alle differenze politiche, hanno rovinato il paese.(E qui si sente con precisione la voce dell’autore).

L’essenza politica di Maali è dichiarata da due elementi principali

1.       Karunatilaka si è ispirato per il suo personaggio alla figura storica di Richard de Zoysa, ucciso nel 1990. Era un attivista di Colombo, apparteneva alla borghesia, parlava inglese, era un gay non dichiarato e il suo omicidio non è mai stato risolto. Anche altri personaggi, sia dell’aldilà che del mondo dei vivi, sono riferimenti a persone reali, sia vittime che carnefici.

2.        Questa figura di partenza di de Zoysa si è poi evoluta in quella di un fotoreporter di guerra che lavora per le diverse fazioni: le Tigri Tamil, il governo, i marxisti JVP, ecc. In questo modo l’autore può presentare i vari aspetti della situazione politica del suo paese e allo stesso tempo fornire molti sospetti per l’omicidio di Maali Almeida.(Trattare la morte di un reporter è particolarmente significativa anche da questa parte del mondo in questo periodo, dalla Politokvskaja alla Roshchyna in Russia agli oltre 200 lavoratori dell’informazione morti a Gaza dall’inizio dell’invasione israeliana)

I take photos. I bear witness to crimes that no one else sees. I am needed.

Maali non vuole dimenticare nè essere dimenticato: soprattutto non vuole che il suo lavoro vada dimenticato, perché se dimentichi, niente cambia. Le sue foto sono il suo contributo di testimonianza per il suo paese, e non vuole che vada perduto, le sue sono foto “che possono far cadere il governo”. Per questo non vuole andare nella tranquillità della luce senza prima combattere per risolvere il mistero che lo riguarda personalmente, e per rendere pubblico il proprio lavoro come difesa contro l’amnesia collettiva.

L’aldilà è popolato da diverse tipologie di fantasmi: ribelli in cerca di vendetta, suicidi che continuano a ripetere il loro ultimo atto, turisti morti in un attentato che continuano la loro vacanza... poi ci sono gli Aiutanti/Facilitatori che cercano di aiutare i nuovi arrivati a orizzontarsi nella loro condizione di morti in Between. Molti si lasciano convincere ad andare verso la luce e l’oblio, ma molti altri resistono: durante le sue sette lune, Maali parla con una varia umanità di fantasmi di argomenti diversi, dalla politica alla religione -varie religioni-, dalla famiglia all’ingiustizia, alla guerra e a quello che davvero importa nella vita.

Ci sono riferimenti al colonialismo (e la divertente riappropriazione di Arthur Clarke come scrittore srilankese -the Empire strikes back di rushdiana memoria) e al ruolo negativo delle forze ONU indiane. Riassumendo, Maali è deluso e disilluso da tutte le fazioni politiche attive nel suo paese. Ha lavorato per tutti e di tutti ha visto gli errori e i crimini.

Da ateo, Maali dice una cosa molto importante sul Male: (p.20)

Evil is not what we should fear. Creatures with power acting in their own interest: that is      what should make you shudder.

Quello che ci deve far rabbrividire è l’esistenza di creature di potere che agiscono  per il proprio interesse. Una delle poche cose che suo padre gli ha insegnato è che il male vince perché è meglio organizzato...

La sessualità di Maali, oltre a essere un riferimento a de Zoysa, può essere semplicemente un dettaglio della caratterizzazione, un aiuto allo sviluppo della trama, ma sicuramente è anche un elemento politico: gli omosessuali in Sri Lanka portavano -e portano ancora- uno stigma pesante.

Tutte queste idee importanti, e pesanti, sono però trattate con un linguaggio semplice e chiaro e con un grande senso dell’umorismo. Il Black Humour o Dark Gallows Humour è l’unica cosa che rende sopportabile la situazione descritta nel romanzo.

Dal punto di vista tecnico, la prima cosa che noti quando cominci a leggere è l’uso insolito della seconda persona. Probabilmente questo è uno dei modi che l’autore adopera per distanziarsi dal suo protagonista e allo stesso tempo per fornigli la necessaria oggettività e lucidità per capire quello che succede. Maali stesso ha bisogno di prendere le distanze dalla propria vicenda per comprendere gli eventi.

La scelta dell’ambientazione nell’oltre tomba è stata spiegata molto bene dall’autore in un’intervista dopo la vittoria al Booker Prize.

What was your starting point for Seven Moons?

The end of the civil war, in 2009. For an entire lifetime, that’s all we’d known. We thought the war would continue forever. But there was debate over what happened, in the final stages, to the 40,000 civilians who were killed. I thought, let the dead speak because the living doesn’t have a clue. That was my starting point.

(La fine della guerra civile, nel 2009. Per un’intera vita era stata l’unica cosa che avevamo conosciuto. Pensavamo che la guerra sarebbe andata avanti per sempre. Ma c’era il dibattito su su quello che era successo, nelle fasi finali, ai 40.000 civili che erano stati uccisi. Ho pensato, lasciamo parlare i morti, perché i vivi non hanno nessuna idea in proposito. Quello è stato il mio punto di partenza)

Il plot è complesso ma gestito benissimo. Se devo fare una critica: il finale è un po’ diluito e un po’ troppo “felice”. Però credo che questa sia proprio una cosa voluta dall’autore, anche se secondo me indebolisce il libro.Rispondendo a una domanda sul futuro significato del suo romanzo, Karunatikala ha dichiarato che spera che fra vent’anni Le Sette Lune potrà stare sugli scaffali del fantasy, vicino al Signore degli Anelli e a Harry Potter.

I’m writing magical books with ghosts and demons, and people are saying, “Yeah, that’s exactly what Sri Lanka’s like right now.”  (Scrivo libri di magia con fantasmi e demoni e la gente dice:” Sì, questo è esattamente lo Sri Lanka adesso!”)

Tra le cose che ho trovato affascinanti in questo libro c’è anche la mitologia dello Sri Lanka, simile e diversa da quella indiana, con una complicatissima gerarchia di demoni stranissimi e fantasiosi, spaventosa e affascinante.

INFLUENZE
Tra gli autori di cui Karunatilaka riconosce l’influenza sono evidenti Salman Rushdie per il realismo magico, Michael Ondaatje (ANIL’S GHOST è l’unico altro romanzo che tratta della guerra civile in Sri Lanka, per quanto ne so io), Neil Gaiman (fantasy) Kurt Vonnegut e Douglas Adams (fantascienza/fantasy/humour) ma anche Agatha Christie e Stephen King per l’aspetto crime. Qualche critico ha fatto riferimento agli autori russi, in particolare a Gogol e Bulgakov, ma questo non è proprio il mio campo.


Commenti

il 12/08 SR ha commentato Non credo che D'Avenia possa far parte del nostro blog. Certo i suoi libri sono best-sellers tra gli adolescenti, e probabilmente hanno il merito di avviare qualche giovane alla lettura, ma la banalità delle situazioni e del linguaggio non permettono di considerare questi testi letteratura. Diciamo che sono testi "di servizio", nella migliore delle ipotesi. su Prossimamente
il 14/05 SR ha commentato Purtroppo J.K.J. non sembra più funzionare con le ultime generazioni: un tentativo di leggere a scuola Three Men In a Boat è finito miseramente in noia. I ragazzi non capivano cosa c'era da ridere e io non capivo perché non capivano. Tristissimo. Jerome per me è finito in quell'armadio dove tengo gli autori speciali che voglio proteggere dagli studenti... su Jerome K. Jerome, fare ridere l’uomo moderno, spaventato
il 29/02 Ida ha commentato A proposito di classifiche: "Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove." Anch'io,come U.ECO sono andata al cinema nel modo ricordato e quindi io amo ricordare e vorrei tanto poter fare liste di su Chi siamo
il 28/02 Ida ha commentato Grazie Roberta per aver riaperto il blog.Trovo che è un modo per uscire dalla solitudine delle letture personali.Scrivere e leggere accanto, trovo che è un bel modo per parlarci e parlarmi. su Chi siamo